“Devastanti” spiegano “perché prevedono la modifica permanente del territorio con infrastrutture sciistiche e campi da golf nel cuore del sistema delle aree protette dell’Appennino, in aree ricche di biodiversità e risorse ecologiche. Nessuna considerazione, neanche un accenno alla tutela delle specie animali e vegetali, nonché degli habitat prioritari. Anacronistici perché in tali progetti non vi è alcuna novità o analisi delle reali condizioni ed esigenze del territorio, ma solo vecchi progetti più volte bloccati e che oggi si vuole far approvare con procedure di urgenza”.
Il Protocollo d’intesa, sottoscritto a Roma il 17 febbraio scorso, infatti, delinea una serie di azioni per la valorizzazione ambientale e agrosilvopastorale. “Di fatto” si legge nella nota “queste non trovano la conseguente declinazione programmatico-finanziaria e si propongono come prioritarie e realizzabili solo le infrastrutture sciistiche ed i campi da golf. Il cemento ed il movimento terra sono, di fatto, l’unico motore del protocollo. Molti interventi cantierabili non sono stati sottoposti a nessuna verifica tecnico-ambientale, come il collegamento sciistico tra le stazioni invernali di Ovindoli e Campo Felice o la Cittadella della Montagna. A rischio sarebbero i corridoi ecologici di grande importanza per alcune specie di animali protetti, tra cui l’orso bruno marsicano”. E, cosa più importante, “i costi degli interventi ricadrebbero sugli Enti pubblici, con fondi sottratti al rilancio economico di tutto il cratere”.
Le azioni previste, dunque, contenute in un documento firmato all’unanimità dalle associazioni, focalizzano l’attenzione sulla sensibilizzazione ed informazione sistematica della popolazione aquilana, abruzzese e dell’opinione pubblica nazionale sulla reale portata dello sperpero di denaro programmato. Sulle azioni legali per evitare che lo scempio sia perpetrato, tra l’altro, senza le verifiche che la legge richiede per le opere ricadenti in aree protette e in aree tutelate dalle direttive europee. Sulla predisposizione di un “ Piano di tutela e valorizzazione delle risorse ecologiche dell’area aquilana”, una proposta cioè di rilancio turistico ed economico basata sulle migliori conoscenze scientifiche disponibili, sul miglioramento della qualità delle risorse naturali e sul potenziamento e la promozione dell’offerta turistica , senza sprechi di risorse economiche ed ambientali e senza sottrarre risorse alla ricostruzione, fornendo dati scientifici sui benefici economici e occupazionali per le comunità locali degli interventi previsti e quantificando i servizi ecosistemici forniti dalle risorse ambientali dell’area.Sulla nascita, infine, di un Coordinamento permanente tra tutte le forze in campo, associazioni ambientaliste nazionali e locali, comitati, sindacati e partiti politici.