Avevamo riportato ieri la denuncia del consigliere Pd Enzo Del Vecchio che, riassumendo, accusava la Giunta Mascia di aver speso 190mila euro per consulenze incaricate a professionisti esterni al pubblico impiego, anziché i 66mila previsti e consentiti dal bilancio 2011. Poche ore dopo, sempre per comunicato stampa, era giunta la risposta dell’assessore al Bilancio, Eugenio Seccia: “Il Pd scivola ancora su una buccia di banana”, ironizzava, “alla disperata ricerca di un errore introvabile, ha fornito una lettura strumentale delle carte travisando la realtà. Tutti i contratti citati non sono ‘consulenze’, ma incarichi ex articolo 90 e articolo 110 sesto comma e rientrano nelle spese del personale”. Una replica ficcante, che non trascurava di rammentare al Pd la recente empasse sui libri dell’economista Federico Caffe, e un passato aumento della Tarsu, ribattendo alle accuse di coprire le spese di eccessive consulenze con l’aumento del costo dei servizi pubblici.
La questione, sostanzialmente seria, rischia di tramutarsi in divertente bagarre, stando ai toni che assumono i due schieramenti. “Se ancora una volta l’opposizione scivola su una buccia di banana, sarà bene che, una volta per tutte, il Sindaco Mascia, appena i suoi viaggi glielo permetteranno, richiami la società Attiva ad una più attenta pulizia di questa Città”, risponde oggi Del Vecchio in una nota, riferendosi alle recenti trasferte del primo cittadino, “purtroppo non sono le bucce di banana a mettere in difficoltà l’opposizione quanto è l’amministrazione ad essere alla frutta se l’assessore competente alle Finanze, sfodera il distinguo che in realtà trattasi di incarichi attribuiti in forza dell’art. 110 c.6 del D.Lgs 267/2000 come se questa trovata possa salvare gli incaricati dalla scure dei tagli imposti dal Governo con il D.L. 78/2010”. Commi e articoli che, così elencati, possono confondere il profano.
Del Vecchio spiega, “la norma definisce ‘incarichi’ le prestazioni di studio e consulenza tra cui quelle conferite ex art. 110 c. 6 D. Lgs 267/2000 il cui rapporto di lavoro con l’amministrazione pubblica è regolato dalle norme di codice civile in quanto trattasi tutte di collaborazioni esterne e nessuna di quelle citate dal PD risulta essere stata assunta con altra formula, diversamente da quelle regolate ex art. 90 e cioè da un contratto a tempo determinato cui si applica il contratto collettivo nazionale di lavoro del personale degli enti locali. La costante giurisprudenza e disciplina da parte del Ministero degli Interni hanno confermato nel tempo che gli incarichi di collaborazioni ex art. 110 c.6 altro non sono che prestazioni professionali di consulenza come, peraltro, confermato dalle linee guida dell’ANCI e ribadito dalla Corte dei Conti”.
Tra cesti di frutta e bucce gettate a terra, si spera che la faccenda, ribadiamo, seria, passi all’attenzione degli organi di controllo. Nel frattempo loro, i politici, continuano a stuzzicarsi divertiti: “Fa sorridere, infine, l’accusa rivolta al PD che, a dire del buon Seccia, in una notte fredda del dicembre 2008, decideva di aumentare la Tarsu del 30% dimenticando di aggiungere che su quella tassazione Seccia ed il suo Sindaco Mascia si erano impegnati a rimuoverla non appena al governo della Città. Peccato che, non solo Seccia non ha manutenuto fede a quell’impegno ma ha fatto di più. Nasconde le consulenze dal taglio imposto dal Governo e ne copre la spesa imponendo rette per gli asili nido anche a chi ha redditi da povertà o aumenta indiscriminatamente i buoni pasto nelle scuole o aumenta il costo degli spazi culturali e sportivi”, concludono Seccia e Giuliano Diodati, anch’egli consigliere comunale Pd.
Peccato che i pescaresi, che pagano, si divertano meno.
Daniele Galli