Ora tocca a Cialente decidere: ritirare le dimissioni o consegnare per un anno la città, con tutti i suoi problemi, nelle mani di un commissario?
”Chiodi ha usato il termine accanimento terapeutico in riferimento alla mia situazione politica. Io dico all’amico Gianni che accanimento terapeutico c’è, ma solo per mantenere in vita la struttura commissariale da lui presieduta”. Lo ha detto il dimissionario sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, a margine di una conferenza stampa sulla situazione precari alla locale Asl. Argomento che ha voluto affrontare come cittadino, come amministratore e come medico. ”A 24 mesi dal terremoto” ha aggiunto “è tempo anche di bilanci. Ci sono malati e malati gravi e la spina si dovrebbe staccare proprio a questi ultimi. Io la mia di spina l’ho staccata da solo. Eppure qualcosa in questi due anni posso dire di averlo fatto: città puntellata, ricostruzione delle case A e B ultimata. Ci sono altri elettroencefalogrammi piatti solo che qualcuno non se ne rende conto. La situazione è disastrosa e neanche le magie di Hudini potrebbero cambiare il corso delle cose. Ci lasciassero tutti in pace! Che venisse pure un Commissario per L’Aquila, ancora uno, così il governo potrà finalmente dire di fare tutto lui”. E alla domanda se intendesse, alla luce dei nuovi scenari politici e degli attestati di fiducia della sua maggioranza, ritirare le dimissioni, il sindaco ha risposto seccamente: ”Non credo”.
Chiamato in causa, il Commissario delegato Gianni Chiodi ha replicato: ”Cialente sa bene cosa è stato fatto e chi lo ha fatto. Non c’è bisogno di altre polemiche”.
Sindacati dicono no al commissario. “Le dimissioni del sindaco Cialente , al di là di quanto ognuno legittimamente pensa sull’operato del primo cittadino, ed a prescindere dalle opinioni politiche di ciascuno , rappresentano certamente un ulteriore gravissimo problema a carico della città”. E’ quanto affermano in una nota congiunta i segretari generali dell’Aquila Umberto Trasatti, della Cgil, Gianfranco Giorgi, della Cisl e Pietro Paolelli della Uil. “Quel che è sotto gli occhi di tutti, e che le organizzazioni sindacali vogliono ricordare in un momento nel quale il dibattito cittadino sembra rivolto verso altri argomenti, sono infatti le gravissime difficoltà economiche e sociali che il capoluogo soffre, la disperazione e la perdita di speranza per le migliaia di disoccupati che vivono nell’area del cratere sismico, la rabbia e la disillusione dell’esercito dei cassintegrati, le difficoltà delle famiglie nel tirare avanti ogni giorno e nel guardare avanti con fiducia. Rispetto a tutto ciò – rilevano i sindacati – la domanda che rivolgiamo e la seguente: una città senza sindaco e commissariata per un anno può affrontare meglio o peggio questi problemi? Un Comune affidato a un commissario senza legittimazione popolare (non votato dagli elettori) può prendere le decisioni anche difficili che si renderanno necessarie? La nostra comunità, che già oggi non può decidere su vicende e temi fondamentali per i quali è stata commissariata (ricostruzione, sanità, parchi, ecc.) può permettersi un altro commissario persino nell’ente e nel ruolo più vicini ai cittadini, alla loro vita e ai loro desideri? Siamo in una fase in cui l’elenco dei problemi si allunga ogni giorno, e in cui un capoluogo ferito deve affrontare nuove sfide. Basti ricordarne una soltanto: i problemi della sanità, il rischio concreto che negli ospedali della provincia possano chiudere interi reparti. Chi deve affrontare questi problemi se non chi e’ stato eletto dai cittadini per occuparsene? Con quale atteggiamento, quale credibilità e quale peso un commissario interlocutorio e con funzioni burocratiche potrebbe affrontare questo argomento come tanti altri? Per quanto ci riguarda – affermano Cgil-Cisl e Uil – crediamo che la città non possa reggere il peso di un ennesimo commissariamento governativo, e che il sindaco e l’intero consiglio comunale, ciascuno con le proprie idee ed il proprio ruolo, debbano farsi carico di questa fase difficilissima, dando un contributo per spingere il capoluogo fuori dalle secche, favorire l’avvio della ricostruzione e un rilancio che tutti noi aquilani aspettiamo”.
“In un momento difficilissimo per la nostra città, che imporrebbe il massimo di ogni sforzo da parte di ognuno di noi per cercare di rinascere o quantomeno di sopravvivere, assistiamo alla sceneggiata scaturita dalle dimissioni al buio del sindaco Massimo Cialente”. E’ quanto afferma Piero Peretti, dell’Ugl Abruzzo, che aggiunge: “Tutti quanti, compresi coloro che hanno palesemente provocato le dimissioni, si affrettano a manifestare attestati di stima e fedeltà eterna, mentre il dimissionario sindaco fa la parte della vittima preziosa e, prima di rientrare nei ranghi, vuole essere ufficialmente consacrato unico salvatore della Patria. Appare evidente a tutti che la crisi del Comune dell’Aquila è frutto di un conflitto esploso all’interno delle forze di maggioranza e che essa rientrerà solo quando si saranno ritrovati i giusti equilibri. Di questo ennesimo teatrino della politica, sono spettatori inermi i cittadini. Sono spettatori inermi i disoccupati, i cassaintegrati, quelli che rischiano di perdere il posto di lavoro, i pensionati che si ritrovano sotto le pensiline, gli studenti scacciati per una sigaretta e tutti coloro che sono restati in città per puro spirito di appartenenza ma che, legittimamente, dalla politica aspettano segnali concreti. Ecco perché riteniamo che le dimissioni di Massimo Cialente siano state un atto di estrema irresponsabilità. Chiediamo, quindi, a Massimo Cialente e a tutti gli altri attori di questa incredibile farsa di smetterla immediatamente e di mettersi al servizio della città. Cialente, non aspettare lo scoccare della mezzanotte del ventesimo giorno, ritira immediatamente le dimissioni e dacci una mano a risolvere i mille problemi che attanagliano L’Aquila”.