Paolo è nato il 6 maggio 2009 e i medici gli diagnosticarono un megacolon congenito; il 20 dello stesso mese gli fu praticata una prima stomia e il 20 luglio subì un intervento risolutivo, più incisivo, che però ha portato alla morte del bambino 9 giorni dopo. “Purtroppo la morte del mio piccolo cucciolo è dipesa da un errore medico constatato da una perizia del patologo della Procura di Pescara”, dicono il padre Mario e la madre Barbara Maragna. A novembre 2009 i due genitori si incatenarono per la prima volta davanti all’ospedale Civile, ottenendo l’apertura di un’indagine della Procura su undici medici; tornarono poi a manifestare il giorno in cui Paolo avrebbe compiuto un anno e domani mattina, dalle 9:00, torneranno lì per un sit-in di protesta “per chiedere al dirigente dell’ospedale di Pescara, dottor Claudio D’Amario, l’allontanamento per colpa grave dei medici che la stessa commissione in campo errori sanitari dell’ospedale accusa per il decesso del piccolo Paolo”.
La protesta è passata in questi mesi alla ribalta dei media nazionali, e continua sia sul sito paoloalinovi.blogspot.com che i due genitori hanno aperto per tenere viva l’attenzione sulla vicenda, sia sulla pagina Facebook di Barbara e Mario; proprio su Facebook si possono leggere le parole indignate del padre, che spiega i motivi del sit-in di domani: “Il sit-in è organizzato per ricordare tutte le vittime di malasanità e sono inviati tutti i cittadini che hanno avuto a che fare con la cattiva sanità”.
Questa mattina, giocando d’anticipo, D’Amario ha convocato una conferenza stampa, alla presenza degli stessi coniugi Alinovi, nel corso della quale ha difeso a spada tratta i suoi undici dipendenti, definendoli “fiori all’occhiello” del nosocomio, ed sottolineando come la commissione regionale che conduce l’ispezione su chirurghi e anestesisti, accusati di omicidio colposo, parla di documentazione incompleta e di presumibili condotte e non di errori medici.
Daniele Galli