L’Aquila. “Le polemiche sulla ricostruzione non fanno bene né a L’Aquila né agli aquilani”. E’ quanto scrive il presidente della Regione Gianni Chiodi in una lettera indirizzata a Pier Ferdinando Casini. Il governatore abruzzese non ha, infatti, mandato giù le parole pronunciate dal leader dell’Udc che, nei giorni scorsi, ha visitato la zona rossa aquilana, parlando di “ricostruzione bloccata e città morta”.
“C’è bisogno di concretezza, di fatti, di consapevolezza, ma anche di onestà intellettuale” scrive Chiodi “per evitare di creare false aspettative e facili illusioni”. Ed enuncia i numeri della ricostruzione, parlando degli oltre 14miliardi di euro stanziati, delle contabilità intestate al Commissario delegato sulle quali sono stati accreditati un miliardo e 131 milioni di euro che, aggiunti ai due miliardi della Cassa depositi e prestiti, diventano 3 miliardi e 131 milioni di euro.
“Dal giorno del mio insediamento a Commissario sono stati spesi, per la fase dell’emergenza, 495,6 milioni di euro, per la ricostruzione vera e propria sono stati impiegati 790 milioni di euro, oltre 118 i milioni di euro destinati al recupero di immobili pubblici nel centro storico dell’Aquila, compresi i sottoservizi, e 200 milioni per i suoi edifici strategici. Numeri che trovano espressione nei 12 mila cantieri al momento operanti. Nell’anno in corso si è accelerato anche sul rientro in casa della popolazione terremotata: dimezzato il numero delle persone in autonoma sistemazione (da 30mila al 1 febbraio 2010 a poco più di 14 mila ora), ridotta del 75% la percentuale degli ospiti in strutture ricettive e del 71% degli alloggiati nelle caserme. Questo significa che gran parte degli 80-90 mila sfollati sta tornando nelle abitazioni di proprietà mentre tutti gli altri hanno comunque una sistemazione dignitosa e decorosa negli appartamenti del progetto Case o nei Moduli abitativi provvisori. E che dire poi dei 17 mila studenti che, senza perdere un giorno di lezione, sono tornati in tempo sui banchi, in plessi messi in sicurezza o, in sostituzione, in moderne strutture antisismiche”.
Cifre su cifre che il presidente snocciola con dimestichezza, nella consapevolezza che “chi lavora tutti i giorni a L’Aquila e per L’Aquila può toccare con mano i positivi risultati conseguiti, frutto di impegni e sforzi massicci e costanti”. Non Casini, che si è concesso solo un “breve tour in zona rossa, accompagnato da elementi di spicco delle istituzioni locali che dovrebbero ergersi, per il loro stesso ruolo, a tutela della veridicità dei fatti. Sono certo non le è stata data la possibilità di apprezzare quanto di buono si è fatto in questo biennio. Non è un fatto di preconcetti, quanto della reale impossibilità per chi fa passerella, tra le vie di una città certo ancora sofferente, di cogliere i segni del progresso e della rinascita. Ecco perché considero inaccettabili le lezioni di chiunque venga per qualche ora qui, accusi, e passi oltre. Oltre le difficoltà e le criticità di tutti i giorni. Limitandosi alle apparenze ed ai suggerimenti, faziosi e strumentali, di qualche politico di turno. Forse chi le ha mostrato le ferite aperte della nostra città, ha omesso di spiegarle che il Governo nazionale ha fatto tutto ciò che doveva: risorse finanziarie, supporto normativo, strumenti attuativi. Il Commissario ha poi deciso la governance. Ma qualcuno, eticamente corretto, avrebbe dovuto anche informarla che se la ricostruzione materiale del centro storico dell’Aquila ha accumulato ritardi è stato solo perché il Comune sta tuttora lavorando al Piano di ricostruzione, strumento di legge e non facoltativo, propedeutico all’avvio delle opere, ferme per difficoltà proprie dell’amministrazione che solo in parte comprendo”.
E aggiunge: “Sa lei, on. Casini, quante volte ho sollecitato la presentazione dei Piani per dare una svolta decisiva al processo? Ricostruire, per chi non sa e non per sua colpa (fortunatamente), è una fase di una complessità estrema. Significa dare risposte a tutti, in ogni momento, in ogni situazione. E richiede spirito di squadra, sinergia ed una collaborazione senza risparmio. Non è tollerabile, né può essere considerato un alibi dichiarare finché non è tutto chiaro non posso partire. La strada si percorre insieme, e se sul cammino ci sono ostacoli si rimuovono con l’unione delle forze. Pontificare su come si faccia non è di nessun aiuto”.
Gianni Chiodi conclude, poi, la sua lunga lettera con un invito: ”Da tutti coloro che vengono all’Aquila solo per regalare pillole di saggezza, magari confezionate nelle sedi romane dei partiti, esigo un minimo di obiettività e proposte concrete. Ed è sempre per questo che plaudo la sua intenzione di destinare i fondi che la Legge Mancia riconosce all’Udc per il rilancio delle attività produttive dell’Aquila e per il sostegno alle famiglie particolarmente deboli. Ciò le fa onore e mi spinge di nuovo, come ho sempre fatto, a rinnovare a lei, e a chiunque abbia a cuore la ricostruzione della nostra città, l’invito a salire sulla stessa barca ed a remare, con lo stesso ritmo, anche del cuore, verso lo stesso obiettivo: ridare un futuro alla città ed alla sua gente”.
La lettera ha subito fatto il “giro della regione”, scatenando l’indignazione di Stefania Pezzopane e Piero Di Antonio, assessori rispettivamente alle Politiche Sociali ed alla Ricostruzione del Comune de L’Aquila, che considerano “mortificante, se non addirittura offensivo, il comportamento del commissario, sempre più part time, Gianni Chiodi, che, con il solito scaricabile di responsabilità che sono esclusivamente le sue, ha finito per prendere in giro anche un Parlamentare della Repubblica. Senza considerare l’improprio richiamo alle passerelle, di cui il Presidente del Consiglio dei Ministri, suo collega di partito, si è rivelato un grande esperto, salvo poi rimettere le tasse ai terremotati del cratere, tagliare a più non posso le risorse, frenare sui sostegni e sulle proroghe, lasciare il territorio nel più completo abbandono quanto al recupero e allo smaltimento delle macerie. E potremmo andare ancora oltre. Non riusciamo a comprendere come, nei tavoli istituzionali, Chiodi accolga in pieno le tesi del nostro Comune e degli altri enti e poi, nei comunicati stampa, si ponga su posizioni contrarie alle sue stesse convinzioni espresse nelle riunioni. Difficile da capire. I ritardi con cui il commissario devolve i fondi ai Comuni sono dimostrati, tanto da costringere quello dell’Aquila a ricorrere spesso ai soldi del suo bilancio per integrare il contributo di autonoma sistemazione. La diminuzione dei beneficiari dello stesso contributo non è un vanto, ma un obbligo cui si sono dovuti sottoporre i Sindaci per effetto delle ordinanze del presidente del Consiglio dei ministri. Il ritorno a casa di migliaia di famiglie è merito della solerzia del servizio Emergenza e Ricostruzione del Comune, che ha rilasciato quasi 10mila contributi per la riparazione o la ricostruzione degli edifici privati. Quanto ai Piani di ricostruzione, Chiodi, forse distratto, non ricorda che gli stessi non sono obbligatori. Caro Commissario, ci deve essere rispetto per le Istituzioni e per i cittadini. E non è lasciandosi andare a ragionamenti infondati che si tiene fede a questo comandamento”.
Il commento dell’onorevole Pierluigi Mantini (Udc). “Ringraziamo Chiodi per la lunga lettera che ha dedicato alla visita del presidente Casini all’Aquila che, dunque, è stata utile. Però confermiamo ciò che Casini ha detto ossia che la ricostruzione della città non è partita. Chiodi sa dei numeri ma sono numeri drammatici. Dica invece quanti appalti pubblici e quanti progetti sono stati realizzati o avviati nel centro storico. Comunque, l’amico Chiodi ha già molti incarichi. Non perda tempo a scrivere lettere inutili e maleducate e lavori di più per L’Aquila. Gli faccio una proposta: come Commissario straordinario istituisca una Cabina di regia per la Ricostruzione che si riunisca almeno una volta alla settimana all’Aquila, con il sindaco, il presidente della provincia e le altre autorità. È troppo? Ed è troppo chiedere una legge urbanistica della regione Abruzzo per la ricostruzione dei comuni terremotati o preferisce andare avanti in modo oscuro, con l’ordinanza del giorno e le chiacchiere della sera? Chiodi non dovrebbe rifiutare chi vuole aiutare la ricostruzione tenendo conto che anche lui ha tanto bisogno di aiuto”.