Pescara. Pescara Parcheggi, la società ‘in house’ istituita all’inizio del 2010 dal Comune di Pescara per gestire la sosta tariffata sul territorio cittadino, desta le preoccupazioni del Partito Democratico che oggi ha preannunciato, in conferenza stampa, una perdita in bilancio prevista oltre il mezzo milione di euro. “Liquidare subito la società e ristabilire la gestione diretta dei parcheggi”, è la richiesta lanciata dalla squadra del capogruppo Pd in Consiglio comunale, Moreno Di Pietrantonio.
Pescara Parcheggi è stata formalmente costituita il primo gennaio 2010: una società a responsabilità limitata con capitale sociale di 20mila euro e con la piena compartecipazione del Comune; in sostanza la vecchia gestione diretta spettante al settore Mobilità del Comune è stata affidata alla società presieduta da Roberto Core con un contratto fino a dicembre 2015. Una mossa non economicamente azzeccata, stando a quanto riferiscono Fusilli, Di Pietrantonio, D’Angelo e co. Tutta colpa di un “errato approfondimento del diritto tributario al momento della costituzione di Pescara Parcheggi”. Se la gestione diretta la gestione diretta della sosta a pagamento del Comune di Pescara affidata al servizio mobilità urbana (33 parcometri più l’attività’ di 31 addetti alla sosta) fino febbraio 2010 fruttava 2milioni annuo per una spesa complessiva di circa euro 80mila euro, il passaggio avvenuto a marzo 2010 a Pescara Parcheggi si mostrava come un “fallimento annunciato”. “Il Piano economico finanziario del 2010”, spiega il consigliere Gianluca Fusilli, “riportava una previsione di perdita annua di esercizio di Pescara Parcheggi di 8.468 euro, giustificando l’aumento delle tariffe e del canone di gestione annuo deliberato dalla Giunta il 22 febbraio 2010”.
E’ servita poi la diretta convocazione di Core e soci in commissione Vigilanza per poter accedere ai conti di Pescara Parcheggi. “Da questi è emersa una perdita economica di 341mila euro nei primi otto mesi di attività della società ‘in house’”, continua Fusilli, sottraendo ai ricavi ottenuti le spese sostenute da marzo ad ottobre 2010. Con in mano i dati rilevati per otto mesi, il Pd elabora una previsione sull’arco completo dei 12 mesi, e così la perdita economica sale a 421mila euro (fermo restando che a novembre e dicembre sia costi che incassi siano potuto salire o scendere rispetto alla stima degli otto mesi precedenti). Ma i guai per Pescara Parcheggi non finiscono qui. Fusilli prosegue la lezione di economica applicata: “Analizzando il Piano economico finanziario del Comune si rileva per Pescara Parcheggi l’imputazione del pagamento per il canone di occupazione del suolo pubblico (Cosap) per il solo 2010 di 167mila euro”, e così la perdita schizza a 588mila euro, spicciolo più, spicciolo meno. Ma ancora: così come per la Cosap, essendosi costituita come società ‘privata’, Pescara parcheggi deve pagare allo Stato anche l’Iva su quanto incassa, mentre la gestione diretta del Comune evitava entrambe le tasse in quanto esercitata da un ente pubblico. “Le sole liquidazioni Iva già effettuate e pagate dal Comune da marzo ad ottobre 2010 ammontano a 312mila euro”, afferma Fusilli, “soldi praticamente regalati all’erario perché, al momento della scelta amministrativa , non si è tenuto conto del diritto tributario che assegna alle gestioni terze il pagamento dell’Iva. E questo comporta un ulteriore aumento delle tariffe ai cittadini”.
Si paventa ora un rischio consistente: “Qualora le stime effettuate, sulla base dei dati forniti ufficialmente da Pescara Parcheggi s.r.l., fossero corrette, approvato il bilancio della Società interamente partecipata dal Comune di Pescara, alla data del 30.04.2010 (art. 2486 cc) e rilevata una perdita eccedente un terzo del capitale sociale (quindi una perdita di 3.333 euro in su) e questo , come nel caso di specie dovesse andare al di sotto del minimo di legge di 10mila euro si applicherebbe l’articolo 2482 del Codice Civile: Mascia dovrà L’Amministratore dovrà convocare l’Assemblea dei soci (nella sostanza il Sindaco Mascia) la quale dovrà provvedere alla ricostituzione del capitale sociale, coprendo integralmente la perdita con apporto di nuovo capitale. Pagheranno, così, i cittadini di Pescara due volte: la prima sopportando l’aumento delle tariffe dei parcheggi a pagamento ; la seconda dovendo il Comune dare integrale copertura con fondi propri alla perdita economica di Pescara Parcheggi e, quindi, con i soldi di tutti noi”.
Una montagna di euro e di ragioni che portano il Pd a chiedere, se i dati illustrati venissero confermati dal bilancio comunale, “la messa in liquidazione della società possibilmente senza ricostituire il capitale sociale; il ritorno alla gestione diretta del Comune così da evitare l’incidenza dell’Iva e degli altri costi di struttura assolutamente inutili; l’immediata costituzione di un tavolo tecnico-politico per ridiscutere la complessa politica dei servizi a domanda individuale e la politica tariffaria cittadina”.
Sul banco degli imputati, poi, Pescara Parcheggi sale anche per altre motivazioni: “Una delle ragioni implicite per la costituzione della società compartecipata era la stabilizzazione dei dipendenti; questione nemmeno affrontata, i dipendenti sono passati sotto agenzia interinale che non li ha stabilizzati ma si è intascata la provvigione; inoltre, dal verbale della Commissione di controllo di Pescara Parcheggi del 19 luglio si legge il dottor Core affermare l’insufficienza delle spese alla copertura dei costi e la difficoltà nel pagare questi entro i tempi previsti, mentre il Direttore Generale del Comune, dottor Ilari rispondergli proponendo di ridurre i dipendenti e sostituirli con i parcometri”; questo il giudizio della Corte di Fusilli.
Daniele Galli