Comitati Riuniti M5S L’Aquila, lettera aperta a Don Luigi Ciotti

L’Aquila. ‘Don Luigi, gli attivisti del M5S L’Aquila le danno il benvenuto nella nostra città, che distrutta dal sisma, ora stenta a rinascere, soffocata dalla corruzione e dal malaffare.

Un Festival della Partecipazione appare in stridente contraddizione con la realtà in cui viviamo, caratterizzata da una gestione opaca e confusa della Cosa pubblica, da parte di un’amministrazione che spesso ha operato scelte in aperto contrasto con il bene dei Cittadini e ha di fatto aperto la strada, per quanto riguarda il processo di ricostruzione, a lobby e mafie’.

Lo scrivono gli attivisti dei meetup L’Aquila Beppegrillo.it e Comitatus aquilanus-Periferie unite in una lettera indirizzata a Don Luigi Ciotti.

‘Abbiamo più volte denunciato con sdegno questa situazione ricordando come sin dall’indomani del sisma le vicende aquilane sono state caratterizzate dagli scandali dei “puntellamenti gonfiati” nonché dal cosiddetto “affaire macerie” ossia dal tentativo di affidamento diretto della gestione delle macerie alla “neonata T&P”, affare stimato in un importo di poco inferiore ai 50 milioni di euro, vanificato anche per l’acquisizione degli atti da parte della Guardia di Finanza. Sono seguiti poi la mancata transazione sulla filovia (stimabile su circa 6-8 milioni di euro anch’essa fermata anche dall’acquisizione di carte da parte della guardia di finanza);

il fallimento dell’operazione “aeroporto dei parchi”; la pretesa di rivitalizzare lo sviluppo turistico del Gran Sasso con un progetto faraonico e milionario senza l’acquisizione dei dovuti preventivi assensi degli organi competenti, questione peraltro che sta mettendo a rischio la prossima stagione sciistica;

l’inquinamento dei fiumi con il fenomeno riscontrato della “salmonella”; i ritardi sulla ricostruzione delle frazioni, del centro storico di L’Aquila (ad eccezione degli edifici che hanno beneficiato dei contributi della Soprintendenza), dell’edilizia scolastica e di quella pubblica residenziale.

Il tutto accompagnato dalle contrastanti vicende delle modalità di pagamento dei consumi nei progetti CASE e MAP, da una perenne richiesta di personale (iniziata dal concorsone del RIPAM, proseguita con l’operazione Abruzzo Engineering, con le assunzioni di ulteriori collaboratori presso l’URSA e per ultimo con l’attuale vicenda dei precari del settore ricostruzione senza i quali l’attività risulterebbe essere paralizzata..…) e da un susseguirsi di inchieste giudiziarie ed avvisi di garanzia su esponenti della giunta comunale, su dirigenti e segretari comunali, vicende intervallate dalla sentenza della Corte dei Conti che ha visto condannare il primo cittadino per ben due volte.

A ciò si aggiunga la perenne richiesta di fondi al governo (stimabili in circa 16 milioni di euro) che ha reso questa città dipendente dal governo nazionale.

La nostra è una città dove non c’è spazio per i giovani che in mancanza di centri di aggregazione, trascorrono il tempo libero nei centri commerciali, nei pub o nelle sale gioco. A L’Aquila, secondo recenti studi dell’Asl, si sono moltiplicati in maniera preoccupante, negli ultimi anni, i casi di dipendenza dalla droga, dall’alcool e dal gioco, anche da parte di giovanissimi.

Nonostante tutto, invece di adottare misure almeno per regolamentare il gioco d’azzardo, si moltiplicano le sale slot. Qualche giorno fa ne è stata inaugurata una, la più grande, Timecity, denominata la Las Vegas d’Abruzzo, che resterà aperta fino alle 3 di notte’, evidenziano i comitati riuniti nella lettera.

‘Don Luigi, per noi Lei rappresenta un importantissimo punto di riferimento nella lotta contro l’illegalità, ci auguriamo che la Sua presenza in città illumini i nostri amministratori e li spinga a operare scelte che consentano davvero una rinascita della nostra comunità e non la consegnino invece ad una lenta e inesorabile morte.

Per questo, La invitiamo a collaborare con nostri tavoli di lavoro, nati per contrastare le forme di mafia che si stanno insinuando in maniera sempre più evidente nel nostro tessuto sociale’, concludono.

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