Pescara, emergenza dragaggio, nave Tigullio bloccata nel porto

 

Porto_fondalebassoPescara. E’ rimasta bloccata nel porto di Pescara la nave Tigullio, la principale fornitrice di prodotti oleosi (petrolio greggio, e derivati) che attracca nel capoluogo adriatico. E’ successo ieri alle 18:00, quando dopo aver ultimato lo scarico di circa 2mila tonnellate di materiale, si è vista negare il permesso di uscita dalla struttura portuale a causa del rischio derivante dal fondale estremamente basso: e si torna a parlare di dragaggio.

Una nave da 6mila tonnellate, costretta a ridurre ad un terzo il suo carico per non rischiare di rimanere incagliata in un porto, quello pescarese, il cui fondale è ridotto all’osso. Ma nonostante l’alleggerimento ulteriore, dovuto allo scarico delle 2mila tonnellate di materiale oleoso che ieri sera ha effettuato sulle banchine del molo di Pescara, la nave Tigullio ha dovuto passare la notte attraccata: il comandante della nave, la Capitaneria di Porto e il pilota addetto alle manovre all’interno dello stesso porto hanno dovuto attenersi alle disposizioni di sicurezza e aspettare le luci del giorno per decidere, con un controllo del fondale che ormai può avvenire ‘a vista’, l’uscita della nave verso il mare aperto. Una situazione che rasenta il collasso, che segue il dispaccio della Capitaneria per la circolazione di una sola nave per volta all’interno del canale, arrivata alla vigilia dell’arrivo, questa mattina, dei primi camion della ditta belga incaricata del dragaggio, trasportanti l’apposito macchinario. Intanto i pescherecci continuano a riportare danni alle eliche e alle chiglie, non denunciando nulla e non potendo richiedere risarcimenti per non alimentare la minaccia di chiusura del porto e il blocco totale della pesca.

E contemporaneamente al blocco della Tigullio, si è tenuta ieri sera una riunione tra gli operatori economici del porto, Camera di Commercio, Capitaneria, cooperative e sindacati dei pescatori, alla quale ha partecipato anche il gruppo consiliare del Pd, che stamane ha indetto una conferenza stampa per proporre due iniziative risolutive (in parte già sentite in passato): sollecitare il Piano regolatore portuale e annullare la gara di appalto per l’imminente dragaggio di “appena” 2mila metri cubi di fondale. Dopo aver chiesto la dichiarazione dello stato di emergenza, il Pd cerca di scongiurare quello che il consigliere comunale Enzo Del Vecchio ha oggi definito: “uno spreco di preziose risorse pubbliche con attività improduttive di risultati”. Si riferisce al dragaggio di prossima realizzazione che scaverà dal porto 2mila metri cubi di sabbia per un costo appaltato per 500 mila euro. “Non servirà a niente”, ripete Del Vecchio, “Il porto di Pescara ha bisogno di dragaggio per almeno 100mila metri cubi, anche in previsione delle nuove piene con lo scioglimento primaverile delle nevi: così si spendono soldi preziosi senza ottenere niente.”. Assume i toni dell’urgenza la richiesta del Pd, sia perché “da un momento all’altro la Capitaneria può ordinare la chiusura del porto”, sia a seguito della delibera regionale di  lunedì scorso (dopo la richiesta dello stato di emergenza) che ha affidato al commissario straordinario per l’emergenza dell’asta fluviale dell’Aterno, Adriano Goio, anche le competenze sulle operazioni di dragaggio: “E’ una follia dare avvio a questo dragaggio limitato quando ora si posseggono gli strumenti straordinari: bisogna annullare immediatamente quella gara d’appalto, che peraltro nasconde decine di perplessità, e se ne espleti una per il dragaggio completo”, prosegue Del Vecchio.

Tanti i dubbi del Pd: non si conosce il tasso inquinante di sedimenti da dragare né, quindi, si sa dove andare a gettarli. In mare inquinerebbero, mentre “la vasca di colmata posta a ridosso del porto, preposta da anni all’accumulo del fondale dragato”, spiega il consigliere Antonio Blasioli, “non può essere utilizzata perché risulta non correttamente coibentata”; in pratica, manca un’adeguata impermeabilizzazione delle pareti della vasca, e se depositato lì il materiale potrebbe rilasciare in acqua sostanze inquinanti. Comunque, attualmente quella vasca è colma con vecchie sabbie dragate, potrebbe contenere solo altri 47mila metri cubi; quello che propone il Pd è “Svuotare la vasca, usando le vecchie sabbie per il rinascimento del molo o rivendendole a chi le ha già richieste”, spiega Blasioli, “coibentarla adeguatamente e sversarci dentro i 100 mila metri cubi necessari al dragaggio completo: la spesa totale non supererebbe i 500mila euro che si sprecheranno con il dragaggio dei 2mila metri cubi”. Resta da vedere se realmente la vasca può contenere 100mila metri cubi: stando all’ordinanza del Provveditorato alle opere pubbliche che in quella vasca ha ordinato lo sversamento della stessa quantità, è possibile.

Sulla situazione emergenziale del porto, il presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa, ha inviato una lettera al presidente della Regione Chiodi e all’assessore regionale alle Infrastrutture, Giandonato Morra, per ribadire la richiesta dello stato d’emergenza. “Ritengo”, scrive Testa, “che la situazione sia di una tale gravità da imporre il massimo impegno come rappresentanti delle istituzioni a favore di un settore che, da sempre, costituisce uno dei volani dell’economia del nostro territorio. Lo stato critico dei fondali ha ridotto notevolmente le attività e i traffici marittimi e sta mettendo in crisi il lavoro di molte famiglie, con seri rischi per l’incolumità dei pescatori e dei pescherecci. Per tutti gli operatori del mare, il dragaggio è quindi una priorità irrinunciabile. Di qui la richiesta dello stato di emergenza, per fronteggiare una situazione che sta diventando drammatica”, prosegue Testa nella missiva.

La consigliera regionale Pd Marinella Sclocco, invece proporrà in Consiglio un ‘question time’ agli stessi Chiodi e Morra per “Conoscere quali iniziative il Governo regionale intende assumere per procedere all’approvazione e realizzazione del nuovo Piano Regolatore Portuale della città di Pescara, e garantire la trasparenza sulla procedura da adottare, un volta ottenuta la dichiarazione di stato di emergenza per il fiume Aterno, così da fornire al commissario delegato, Adriano Goio, un’adeguata struttura organizzativa per adottare tutte le misure necessarie in maniera tempestiva e, non ultimo, esaminare l’opportunità’ di estendere a tutte le aziende ed a tutti i settori  operanti in ambito portuale, che sono danneggiati dal ritardo del  dragaggio del fiume Aterno i previsti strumenti di sostegno al reddito  che ormai risultano indispensabili per rilanciare l’economia portuale”.

Il sindaco Albore Mascia: non ci fermeremo ai 2000 metri cubi. Tempestiva la risposta del sindaco Luigi Albore Mascia, fresco di ricezione sulla sua scrivania di una lettera dal Provveditorato per le opere pubbliche. In una nota, Mascia conferma l’arrivo sulla banchina di levante del porto canale la vasca necessaria per il trattamento e la decantazione del materiale e dei detriti che si andranno a dragare dal porto, e declama conforto e rassicurazioni provenienti dalla lettera del Provveditore Carlo Carlea, il quale conferma che”il Provveditorato Interregionale alle Opere pubbliche Lazio-Abruzzo-Sardegna sta ponendo in essere ogni sforzo possibile per risolvere la questione, non ultimo il recente reperimento di 1milione 900mila euro ottenuti tramite una variazione di programma in corso di approvazione da parte della Direzione regionale per i Porti, il cui progetto è stato già redatto e approvato dal Cta del Provveditorato stesso”.

“Ovviamente”, commenta Albore Mascia, “il nostro obiettivo, che ribadiremo il prossimo primo febbraio all’ingegner Carlea, che il prossimo primo febbraio sarà a Pescara per valutare la situazione concreta del nostro porto, è quello di non fermarci ai primi duemila metri cubi di sabbia, ma di proseguire sino all’apertura della stagione balneare lavorando quanto più possibile sui fondali per ripristinare le minime condizioni di sicurezza e navigabilità”.

Anche la Regione chiede l’Emergenza.  La Giunta regionale ha deliberato di chiedere al Consiglio dei ministri lo stato di emergenza per fronteggiare la situazione di pericolo nel porto di Pescara. Lo ha reso noto l’assessore alle Infrastrutture, Giandonato Morra, che ha dichiarato: “La situazione nell’asta fluviale del bacino del fiume Aterno presenta risvolti complessi sia per la salute dell’uomo e sia per l’ambiente, con gravi ripercussione di carattere socio-economico. Non va sottovalutato che le situazioni di maggiori criticità ambientali sono state registrate in prossimità della foce del fiume, sulla quale insiste la zona metropolitana di Chieti-Pescara e negli agglomerati di L’Aquila e Sulmona-Pratola peligna”. Nell’ottica di agevolare e velocizzare i tempi di intervento, la Giunta ha quindi deciso di chiedere al Governo anche l’estensione dei poteri del commissario Goio. “Il complesso delle azioni da porre in essere dalle amministrazioni in un contesto di competenze ordinarie”, ha concluso l’Assessore, “non consente di superare l’emergenza in atto nei tempi adeguati alla gravità della situazione. Per tale motivo, nell’intento di ottimizzare le procedure e le competenze, la Giunta regionale ha deciso di sostenere l’estensione dei poteri al commissario delegato per le opere del bacino del fiume Aterno”.

Daniele Galli

 

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