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Fini in Abruzzo: “Per Berlusconi governare significa comandare”. Dura contestazione degli studenti

Chieti. E’ stato accolto dalle contestazioni di un centinaio di studenti che, con slogan e fischietti, hanno accompagnato l’ingresso del presidente della Camera, Gianfranco Fini, al suo arrivo all’Università di Chieti per una Lectio Magistralis. Motivo delle contestazioni, l’approvazione alla Camera del disegno di legge Gelmini. “Avete tutte le ragioni del mondo” ha risposto Fini “ma non è con la protesta che si risolvono i problemi”.

Fini ha toccato, nella sua seconda tappa abruzzese, prima la città di Lanciano, per poi spostarsi appunto a Chieti. I temi universitari, tuttavia, non sono stati gli unici al centro della discussione. Non potevano mancare, infatti, i riferimenti al premier Silvio Berlusconi, in vista soprattutto della data “x” del 14 dicembre. “Non mi è piaciuto come il presidente del Consiglio ha liquidato come un complotto della sinistra, sbagliando ancora una volta, la presentazione di una mozione di sfiducia”. E invita Berlusconi a “leggere le firme dei presentatori della mozioni. Scoprirà che si tratta di uomini e donne che negli ultimi 10 o 15 anni hanno collaborato con lui. E dunque non è un complotto della sinistra. Noi di Fli siamo stati eletti nel Pdl, l’Udc gli è stata alleata, come l’Mpa ed i Liberaldemocratici, Giorgio La Malfa era ministro con me. Dov’é il complotto dei comunisti. Berlusconi si chieda perché perde i pezzi: più lo si conosce e più si capisce che per lui governare vuol dire solo comandare”. E aggiunge. “Non mi interessa chi presiederà il Governo ma cosa vuole fare. Perché non si può più perdere tempo. Si può governare un Paese senza una maggioranza degna di tale nome. Spero prevalga responsabilità”. Sulla scadenza del 14 dicembre, ha dichiarato: “Mi auguro che chi ha responsabilità capisca che l’Italia ha bisogno di un Governo che governi, sciolga nodi e indichi una strada. Certo non riesco a capire una cosa: se un deputato che cade non può venire a votare in Parlamento e il 14 dicembre la sfiducia non passa per il rotto della cuffia come si fa? Si può governare il paese senza una maggioranza degna di tale nome? A me non interessa chi presiede il Governo ma cosa egli voglia fare. Auspico che il 15 dicembre si riparta e vengano affrontate questioni che non si possono lasciare a marcire. Se no è un problema di tutti. Se poi, però, si arriva a dire che i rifiuti di Napoli non ci sono più e che Napoli è pulita, allora non c’é peggior sordo di chi non voglia sentire…”

 

Sul ciclone Wikileaks poi aggiunge: “Non unirò mai la mia voce a quella di chi denigra il nostro Paese all’estero, perché il nostro Paese si difende sempre e comunque. Poi, chi ha responsabilità di Governo guardi a propri comportamenti e si chieda se con essi sia stato all’altezza dell’immagine che l’Italia si merita nel mondo”.

Altro argomento scottante affrontato è stato quello delle tasse. “Se qualcuno pensa che da qui alla fine della legislatura si riesca a ridurre le tasse per le famiglie e per le imprese, quel qualcuno evidentemente crede a Babbo Natale. È impossibile fare un taglio del genere. Serietà vorrebbe che su questo si dicesse la verità, perché governare significa assumere delle priorità. Non si prende in giro la gente dicendo che facendo tutto e poi registrare che abbiamo uno dei carichi fiscali più alti in Europa”.

Gli studenti dell’associazione 360 Gradi spiegano le ragioni della contestazioni: “Al Presidente della Camera è stato contestato l’ appoggio determinante da parte del partito di cui è il promotore Futuro e Libertà per l’Italia per l’approvazione del disegno di legge alla Camera dei Deputati, avvenuta lo scorso 30 novembre. Si ritiene paradossale che esponenti di primo piano di questo neonato partito siano addirittura saliti sui tetti accanto ai ricercatori in protesta contro lo stesso progetto di riforma che in seguito, dai banchi del parlamento, hanno sostenuto. Ciò che ha scatenato la contestazione è stato il diniego da parte dello staff del Presidente della Camera di un incontro con gli studenti per confrontarsi su alcuni aspetti della riforma. È stata scritta, quindi, una lettera aperta, diffusa sotto forma di volantino, all’Onorevole Fini:

Avremmo preferito comunicarle di persona ciò che qui di seguito siamo costretti a scriverle, data la sua impossibilità a riceverci. Dichiariamo il nostro biasimo riguardo l’approvazione del Disegno di Legge “Gelmini” alla Camera dei Deputati, avvenuta grazie all’appoggio determinante di “Futuro e Libertà per l’Italia”, che se da un lato contesta continuamente l’operato del governo, dall’altro ne approva un disegno di legge. Riteniamo paradossale che esponenti di primo piano di FLI, di cui lei è il promotore, salgano sui tetti accanto ai ricercatori in protesta contro lo stesso progetto di riforma e in seguito, dai banchi del Parlamento, la sostengano. La parte cosciente degli studenti di questo Ateneo, con diverse forme e con costante impegno, ha contestato tale progetto di riforma su molteplici punti che avremmo voluto discutere con lei. Saremmo pronti ad entrare nel merito del disegno di legge, nella convinzione che la maggioranza dei votanti in Parlamento non l’abbia nemmeno letta: riteniamo che i bravi politici siano a casa a studiare, mentre i cattivi in Parlamento a votare. Critichiamo soprattutto i temi esaltati da FLI come significativi per una svolta del sistema universitario attuale:

La Trasparenza: ci domandiamo come possa essere garantita la trasparenza senza la possibilità di accedere liberamente alle informazioni relative all’attività amministrativa dell’Ateneo (riferendoci in particolare alla soppressione della lettera s, comma 1, Art. 2) e in assenza di un organo di controllo e di verifica, interamente, nominato da terzi e non dal soggetto controllato (la stessa università).

La Meritocrazia: ci chiediamo come sia possibile votare a favore di un disegno di legge che accenna in maniera vaga la meritocrazia senza specificarne i parametri, ma rimandando tutto ad atti legislativi futuri.

Soprattutto, ci preoccupa che un aspetto sostanziale della riforma, la riorganizzazione della Governance dell’Università, sia completamente condiviso da FLI; in particolare è evidente che, secondo il disegno di legge, gli spazi di discussione democratica e di rappresentatività all’interno degli organi collegiali e decisionali saranno quasi totalmente azzerati per chi rappresenta le componenti dell’università (studenti, ricercatori, docenti, personale tecnico-amministrativo) a vantaggio di soggetti completamente estranei al mondo accademico, quali imprese e fondazioni bancarie, nel quale assumerebbero un ruolo fondamentale. A riguardo, ci fa riflettere che un’architettura molto simile della governance è stata già ipotizzata, qualche anno fa, dalla Fondazione TreeLLLe , che -come Lei sicuramente saprà- è sostenuta principalmente dalla Fondazione San Paolo e da varie altre fondazioni bancarie, e della quale risultano fondatori e garanti Fedele Confalonieri, Gian Carlo Lombardi, Luigi Maramotti, Pietro Marzotto, Attilio Oliva, Marco Tronchetti Provera. Come possiamo pensare che gli interessi di questi privati possa coincidere con l’interesse nazionale?

Futuro e Libertà per l’Italia: presentato il gruppo comunale e provinciale di Chieti. Di Francesco Rapino.

Alla presenza del coordinatore regionale di “Futuro e Libertà per l’Italia”, On. Daniele Toto, è stato presentato il gruppo del partito finiano del Comune e della Provincia di Chieti, composto da Alessandro Carbone, Luigi D’Alonzo e Silvio Tavoletta.

“Con molto piacere ed orgoglio” ha esordito Toto “proclamo l’adesione a Futuro e Libertà per l’Italia che ha avuto un importante risultato elettorale. La considerazione che ho di questi ragazzi è altissima. Hanno avuto un grande coraggio”.

“Con Futuro e Libertà per l’Italia” ha aggiunto Carbone “abbiamo fatto una scelta per un percorso diverso, che guarda con occhio attento al nostro territorio. Sarà uno stimolo in più per il Comune di Chieti ed anche per la Provincia. Ci sarà una maggiore attenzione per il cittadino e ci sarà una nuova dialettica all’interno della maggioranza. Da qui penso che partirà un confronto anche per la Provincia di Chieti. Penso che si esce e non si entra in qualcosa che non c’è più e si prosegue convinti di portare avanti il patto sottoscritto con gli elettori. Per quanto ci riguarda, c’è un centrodestra sempre più convinto. Il Pdl ha fatto delle scelte a livello territoriale che non condividiamo e non riusciamo a mantenere”.

“Vogliamo riportare le istanze del territorio nelle sedi idonee” ha invece affermato D’Alonzo “per essere ascoltate e poterle analizzare e dare delle risposte chiare, concrete e precise di cui si sente la mancanza. Avremo un ruolo di stimolo e rimarremo nel gruppo di centrodestra che rispecchia in chi ci ha eletto”.

“Non ho una grande esperienza politica” ha concluso Tavoletta “però non ho mai considerato la politica fine a se stessa ma volta sul territorio. Spesso la politica diventa superiore al sociale e spesso non si ascoltano i cittadini. Si deve rispondere alle proprie capacità e al bisogno del cittadino che non è una logica clientelare. Questo è quello che la politica deve portare avanti. Innanzitutto c’è la meritocrazia. Oggi devono andare avanti le persone che possono fare e che sono in grado di portare avanti le cose. Dai nuovi colleghi di giunta ho imparato molto. Vogliamo dare la nostra soluzione dei problemi del territorio”.