Pescara. E’ scontro, a Pescara, sul possibile arrivo di 100 profughi, che dovrebbero essere ospitati in un albergo del lungomare Sud.
Nel corso di una conferenza stampa, gli esponenti comunali e provinciali di Forza Italia, Nuovo Centrodestra, Pescara Futura, Fratelli d’Italia e Noi Con Salvini hanno detto di non essere “contro le politiche dell’accoglienza, siamo persone responsabili, siamo dei cristiani e non vogliamo che Pescara e l’Abruzzo perdano la loro tradizione di accoglienza, ma non si possono ospitare 100 profughi, nel clou della stagione estiva, sul lungomare sud del capoluogo adriatico”.
“Notizie così importanti – hanno affermato – dovrebbero passare per canali ufficiali e non possiamo apprenderle dai giornali. Il sindaco, pur non essendo materia di sua esclusiva competenza, in accordo con il presidente di Regione, avrebbe dovuto affrontare la questione, per trovare sistemazioni e strutture idonee, magari dividendo in gruppi i migranti. Bisogna verificare quanto sia impattante ospitare 100 persone tutte insieme e se sia stata rispettata la convenzione di Dublino, in altre parole se sappiamo chi sono queste persone”.
Più rigida la posizione di Noi con Salvini, secondo cui “le politiche dell’accoglienza devono essere riviste e la Prefettura deve dare indirizzi differenti nella predisposizione dei bandi. Bisogna disincentivare gli imprenditori e gli albergatori a convertire le proprie strutture in centri di accoglienza temporanea – ha detto Fantauzzi – Ormai è un vero e proprio business. Gli imprenditori preferiscono il facile business dell’accoglienza piuttosto che competere in un mercato in cui c’è concorrenza. La vocazione del lungomare di Pescara, però, deve essere turistica”.
Dura la replica del parlamentare Gianni Melilla (Sinistra Italiana) e del coordinatore provinciale di Si-Sel, Daniele Licheri, che invitano a boicottare la raccolta firme dei ‘professionisti della paura’: “Agli sciacalli che rifiutano di accogliere poche persone in fuga dalla guerra e dalle violenze, vorremmo ricordare che decine di migliaia di cittadini pescaresi dopo i bombardamenti americani del 1943 che distrussero al 90% la nostra città provocando oltre cinquemila morti, furono accolte fraternamente da tutti i paesini dell’entroterra pescarese e abruzzese. Ieri si chiamavano sfollati, ora profughi”.
Sottolineando che l’esempio fatto, quello della guerra e degli sfollati, “è cosa ben diversa dalla situazione attuale ma vogliamo rendere l’idea che i milioni di profughi in fuga da Siria e Libia da guerra e violenza vivono la stessa disperazione”, Melilla e Licheri affermano che “non siamo in presenza di nessuna invasione, possiamo gestire in sicurezza un problema che in tutto l’Abruzzo riguarda duemila profughi divisi in 500 per ogni provincia”.
“Alcune centinaia di firme raccolte contro l’accoglienza di 100 profughi – dicono gli esponenti di Si in risposta all’iniziativa del centrodestra – è ben poca cosa in una città che da sempre conosce i valori della solidarietà. L’Abruzzo è all’ultimo posto come percentuale di accoglienza di profughi rispetto a tutte le altre regioni italiane. Esistono leggi e convenzioni internazionali da cui non è possibile scappare. A chi raccoglie firme contro un centinaio di poveri in cerca di rifugio diciamo semplicemente che non è umana una politica che viola ogni principio di solidarietà e fratellanza”.
“Siamo estremamente felici che in una città di 130.000 abitanti i professionisti della paura e dell’odio hanno raccolto solo qualche centinaia di firme. Evidentemente le cultura della solidarietà e dell’accoglienza cristiana a Pescara sono molto più forti di chi vuole semplicemente provocare guerre tra poveri. Per questo – concludono – invitiamo i cittadini pescaresi a non firmare l’appello della destra pescarese”.