“Il progetto della ditta Forest” spiega Mascitelli “prevede l’escavazione di altri tre pozzi (in totale cinque), l’estrazione, per la durata di 12 – 20 anni, di circa 650mila metri cubi di gas al giorno, la costruzione di una raffineria, su un’area di 20mila mq, la realizzazione di un gasdotto di circa 7,5 Km nei comuni di Roccascalegna e Torricella Peligna. L’impianto insisterebbe su un territorio molto fragile, caratterizzato dalla presenza di vaste aree franose e interessate da attività sismica”.
Lo stesso Consiglio comunale di Bomba, all’unanimità, si è dichiarato contrario al progetto, supportato anche dall’iniziativa di comitati e movimenti spontanei dei cittadini. Forte e motivata è la preoccupazione che una simile realizzazione comprometta la stabilità della diga, grazie alla quale, tra l’altro, da più di 50 anni si produce energia idroelettrica, cioè pulita e rinnovabile. La popolazione locale dovrebbe quindi affrontare un simile gravissimo rischio in cambio dello sfruttamento di un giacimento di idrocarburi fossili che durerà al massimo 12 anni, e con uno scarsissimo ritorno economico e occupazionale sul territorio.
“A noi risulta, tra l’altro, che in nessuna delle fasi principali dell’impianto sia previsto l’impiego delle migliori tecnologie disponibili (cosiddette BAT), definite dalla Commissione Europea nel documento del 2003 IPPC: ciò comporterà la necessità di realizzare un termodistruttore, alto 44 m, per bruciare gli scarti di raffinazione, con la conseguente immissione in atmosfera di sostanze dannose per l’ambiente, come CO2, NOx, SO2, e molto tossiche per l’uomo, quali l’idrogeno solforato (H2S). L’Italia dei Valori è contraria ad un progetto che a fronte di scarsi benefici esporrebbe il territorio e la sua popolazione a rischi elevatissimi”.