“Tavani” dice D’Amico “ancora comprende che non siede più nei banchi dell’opposizione ma nel governo attivo dell’ente, gli compete dare risposte concrete ai tanti problemi si trova ad affrontare quotidianamente; se non ne ha voglia e capacità gli resta solo dimettersi ed andare a casa altrimenti recuperi serenità di giudizio e di comportamento, portando rispetto a tutti, soprattutto agli esponenti della minoranza, come si conviene a qualsiasi buon amministratore di lungo corso come è nel suo caso. La moderazione e l’equilibrio sappiamo non appartenere alla sua cultura politica di provenienza, più avvezza allo scontro fisico ed all’imbavagliamento degli avversari, ma l’arte del governo richiede pazienza e mediazione ed è giunta l’ora che lui, quanto i colleghi di maggioranza che condividono questo atteggiamento oltraggioso, si convincano che i cittadini amministrati si aspettano fatti evidenti e concreti per ridare slancio e credibilità alla provincia la cui percezione, in questi quasi 18 mesi di loro amministrazione, è in calo verticale nel territorio. Noi, a dimostrazione del senso di responsabilità che avvertiamo per l’istituzione ed i cittadini amministrati, siamo rientrati in aula, dopo averla abbandonata per protesta, solo dopo l’arrivo del presidente Di Giuseppantonio alla quale riconosciamo equilibrio e moderazione, non appartenente a Tavani & c., ma non tollereremo più in futuro atteggiamenti palesemente offensivi ed oltraggiosi da parte di nessuno facendo valere le ragioni della difesa della nostra dignità politica e personale in ogni sede”.