“Negli ultimi decenni” si legge nella nota “il quartiere Santa Filomena da zona periferica è diventato parte integrante della Città di Chieti. La crescita è avvenuta senza un piano urbanistico appropriato di integrazione nella città, ma in maniera spontanea con fulcro intorno alla strada nazionale Tiburtina. A causa di tale crescita non pianificata sono venuti a mancare elementi di integrazione e partecipazione sociale quali una piazza centrale, che possa essere punto di riferimento degli abitanti del quartiere, parcheggi, parchi ed aree verdi, servizi pubblici. Negli ultimi anni, inoltre, vi si sono insediate attività commerciali importanti come il Megalò e l’impianto di smaltimento rifiuti di contrada Casoni con conseguenti molteplici problematiche in ordine al traffico veicolare, necessariamente da disciplinare per motivi di sicurezza ed igienico-sanitari”.
Secondo Giardinelli, sarebbe opportuna la partecipazione della comunità locale, abitanti, associazioni, operatori economici con il coinvolgimento attivo fin dalla sua ideazione e nelle diverse fasi del piano di progettazione e di realizzazione.
“Tale metodo porterebbe al miglioramento della qualità delle abitazioni e dell’insediamento, consentendo un risparmio delle risorse naturali e contenendo il consumo energetico. Ma consentirebbe anche di incrementare l’occupazione, favorire l’integrazione sociale ed il miglioramento dei servizi pubblici”.