Pescara. Entra duro Antonio Castricone, segretario provinciale Pd, sulle gambe del Presidente della Regione, accusandolo di non avere più in mano la situazione della sanità regionale neanche di fronte alla maggioranza di centrodestra: “Chiodi, con i suoi vassalli e i metodi da regime, è stato spogliato e le notizie sul taglio dei reparti e dei dipartimenti sta svegliando finalmente anche quegli esponenti di centrodestra che fino a ieri hanno difeso l’indifendibile. Non si nascondano dietro un dito: è troppo facile fare maggioranza e opposizione al tempo stesso. Questo piano va fermato”, afferma.
Castricone, che ieri ha riunito la segreteria del partito per preparare una mobilitazione a difesa della sanità pubblica nella provincia di Pescara, commenta così i nuovi tagli annunciati per i reparti dei presidi sanitari di tutto l’Abruzzo: “Chiodi e il centrodestra mortificano la sanità pubblica con 217 reparti in meno, 32 nella sola provincia di Pescara, senza alcun confronto e senza alcuna analisi scientifica. Tutto ciò è chiaramente il frutto dell’incompetenza di questa giunta regionale e dei vari commissari e sub mescolata alla volontà di sfasciare la sanità pubblica a favore di quella privata».
“La rincorsa ai primari e alle loro eventuali ricollocazioni non ci interessa”, sottolinea il segretario Pd, “ma è certo che il modello imposto da Chiodi non risponde alle minime esigenze dei cittadini. Da mesi ormai sono costretti ad un vagabondaggio della salute, andando presso altre strutture e sempre più spesso fuori regione, con un aggravio di costi spaventoso, sia per i cittadini che per le casse delle Regione Abruzzo. Tutto ciò mentre nessun risparmio viene chiesto alle cliniche private”.
I problemi sono sempre gli stessi denunciati in primavera, all’alba del Piano di riordino: “Questo è accanimento”, continua Castricone “è la testimonianza, nella migliore delle ipotesi, di incapacità. E’ il momento di fermarsi e scrivere un patto per la salute dei cittadini abruzzesi, coinvolgendo tutta la società nelle sue varie forme. Questo arroccamento arrogante ha prodotto solo danni a scapito di tutti cittadini. E se c’è il problema delle zone interne, totalmente sguarnite di assistenza, non è da meno il problema dei grandi ospedali come quello di Pescara, che con l’approvazione del Piano Operativo ha visto solo allungare le proprie liste di attesa per qualsiasi tipo di esame clinico o intervento chirurgico. Ci chiediamo dove vogliano arrivare Chiodi, il bocciato D’Amario e la Baraldi con questo modello fallimentare di sanità. Noi diciamo basta, chiediamo che nell’interesse dei cittadini questo piano venga revocato e si apra una discussione seria”, conclude.
Daniele Galli