La vicenda è iniziata nel 2003 e, dopo che i tecnici avevano visto accolte le proprie ragioni in sede di contenzioso amministrativo, prima davanti al TAR e poi davanti al Consiglio di Stato, nell’aprile del 2009 sono stati condannati dal giudice penale di primo grado alla pena di 8 mesi.
Il ricorso in appello proposto dai tecnici comunali si è risolto con la sentenza di assoluzione da parte della Corte d’Appello, perché il fatto non costituisce reato.
“Rimane l’amarezza di questi lunghi anni di sofferenza a cui sono stati condannati questi professionisti” ha detto il consigliere comunale del Pd Enzo Del Vecchio “unitamente alle loro famiglie ed ai disagi che hanno dovuto sopportare in fiduciosa attesa del giudizio finale da parte della giustizia italiana a cui hanno sempre guardato con rispetto come si conviene a chi sa non aver commesso alcun reato. Troppo spesso, invece, l’opinione pubblica assume convincimenti di condanna prima ancora del pronunciamento degli organi preposti ed etichettando i malcapitati in disonesti o prezzolati al soldo del politico di turno tale da creare, nei loro confronti, un ingiusto e malvagio clima di diffusa diffidenza che poi risulta difficile da scrollarsi di dosso. L’auspicio è che questa ulteriore circostanza aiuti tutti ad assumere posizioni più caute e misurate e, soprattutto, tese a ritenere, secondo i principi Costituzionali, ogni cittadino innocente fino a sentenza definitiva di condanna. Come consigliere comunale di Pescara non posso non rivolgere loro un sentito ringraziamento per la dedizione e l’attaccamento all’impegno lavorativo che mai hanno fatto mancare, assicurando quella continuità nel compito loro affidato e che hanno saputo svolgere in una totale serenità d’animo che assicura la migliore forza nell’assunzione delle decisioni”.