Pescara. Prende finalmente piede la realizzazione delle vasche di contenimento del fiume Pescara. Infatti in questi giorni si sono svolti i primi incontri del Genio Civile con i proprietari dei terreni interessati. La Regione Abruzzo si appresta a mettere in sicurezza la Val Pescara dal forte rischio di alluvioni.
“L’opera, fin dal 2009, anno della sua presentazione – si legge in una nota del Team Extra – è sempre stata considerata di primaria importanza e ritenuta prioritaria e necessaria per lo stato di grave rischio esondazione delle zone di Spoltore, Chieti, San Giovanni Teatino e Pescara. Tale rischio mette seriamente a repentaglio l’incolumità e la salute di chi occupa tale territorio. Ben 55 milioni di euro verranno spesi per difendere e tutelare la popolazione tutta dal sempre presente rischio idrogeologico che il territorio abruzzese subisce costantemente. Nonostante il fattore di importanza primaria, l’infrastruttura è stata messa in secondo piano dall’elettrodotto Villanova-Gissi, che ha portato la realizzazione di quattro sostegni, dal 18 al 21, nella stessa area di incidenza delle vasche. Assurdo che il progetto delle vasche di espansione sia stato presentato praticamente un anno prima rispetto a quello dell’elettrodotto. E nonostante ciò si è ritardata a non finire la realizzazione di un’opera considerata di primaria importanza, per costruire dei tralicci ancora non funzionanti, che hanno modificato per sempre il territorio, senza portare attualmente nessun beneficio, ma solo ulteriori spese e ritardi nella progettazione delle vasche. Le Norme di Attuazione del Piano Stralcio Difesa Alluvioni (PSDA) abruzzese prevede all’Art.19 che possano essere autorizzate solo nuove infrastrutture a rete previste dagli strumenti di pianificazione territoriale che siano dichiarate essenziali e non altrimenti localizzabili. Tra l’altro le stesse norme all’Art. 17 comma 1 prevedono che, in tali aree, siano realizzabili esclusivamente nuove opere per la difesa dalle alluvioni, come solo le vasche possono esserlo”.
“Invece, contro ogni logica – conclude la nota – il Comune di Chieti ha avallato questa politica scellerata, di natura regionale, senza valutare in alcun modo l’ordine di priorità. Se il Governo e la Protezione Civile si adoperano per il territorio, non è giustificabile assistere a tutte le criticità di un elettrodotto costruito in zone franose ed in questo caso a rischio esondazione, a discapito di un progetto che ha atteso praticamente sei anni per trovare luce”.