Città Sant’Angelo. Tiene banco nel Municipio angolano la vicenda del riassetto nello statuto della Linda, azienda pubblica che gestisce i rifiuti, a seguito dell’introduzione della raccolta porta a porta prevista per il prossimo autunno su tutto il territorio comunale.
Il PD, partito del sindaco Florindi, e il partito dei Comunisti Italiani, in capo alla vice sindaco Alice Fabbiani, ribattono all’opposizione circa l’assunzione di lavoratori interinali per operare la differenziata.
“L’incremento del personale deve avvenire tramite bando pubblico”, rimarcano Antonio Melchiorre (PD) e Pierpaolo Di Brigida (PdCI) “e tale prassi è stata già attuata dalla stessa maggioranza nell’occasione delle assunzioni per la Farmacia Comunale, pertanto, in attesa che passi il tempo strettamente necessario per l’espletamento del concorso, si condivide la scelta di ricorrere a forme veloci di reclutamento temporaneo, in attesa che arrivino i vincitori del concorso, proprio per evitare uno slittamento dell’inizio del nuovo servizio che è atteso con interesse dall’intera cittadinanza”.
Ma il gruppo di Responsabilità Comune polemizza contro l’adozione di contratti a somministrazione temporanea, sostenendo in una nota che “solo una procedura selettiva pubblica può assicurare trasparenza e scongiurar ogni possibile commistione tra politica e offerta di lavoro pubblico”, e ha chiesto già lo scorso 7 aprile al Segretario Comunale Coviello l’invio degli atti e verbali alla Procura, “perché si faccia luce sulla vicenda”, avanzando anche dubbi sull’economicità della manovra, ritenendo che “il costo di un interinale è superiore a quello di un operatore assunto per concorso, in virtù dell’aggio spettante all’agenzia di somministrazione”.
Ma sulla proposta dell’opposizione di “un affidamento del servizio ad una società esterna con appalto pubblico” Melchiorre e Di Brigida si dicono scettici: “Non siamo d’accordo a buttare via la Linda che da tutti è considerata un gioiello di efficienza con costi per le famiglie angolane sicuramente più basso a molte altre comunità”, ribattono, “Pertanto l’affido del servizio a terzi, come suggeriscono gli oppositori, – concludono gli esponenti della maggioranza – potrebbe veramente essere un salto nel buio esponendo l’Ente a maggiori esborsi come è successo a Montesilvano dove con la privatizzazione la spesa del servizio è passata da 4 milioni con la vecchia Ecoemme ai 6 milioni di oggi, “ oggi e con quali risultati?”.