Favorevoli, oltre a Rifondazione, anche Italia dei valori, Comunisti italiani, Pd, Impegno per L’Aquila, L’Aquila città unita e Sinistra per L’Aquila: 16 consiglieri in tutto, con un numero legale che non è mancato nonostante l’assenza del centrodestra.
“Sulla base dell’ordinanza che contiene la nomina” aveva spiegato Perilli “la retribuzione di Cicchetti è equiparata a quella del coordinatore della Struttura tecnica di missione Gaetano Fontana, 40 mila euro al mese. È vergognoso che in questa città ci siano due manager che guadagnano, insieme, 80 mila euro al mese, con i quali si potrebbero risolvere molti problemi legati all’emergenza”.
Nell’ordine del giorno presentato ieri si leggeva chiaramente che “il dottor Cicchetti non ha mai ricevuto una legittimazione democratica e popolare per ricoprire tale incarichi apicali. Gli enti locali, inoltre, costantemente esautorati delle proprie funzioni, dovrebbero tornare ad amministrare il proprio territorio e la nomina di un nuovo Commissario allontana questo processo di riappropriazione delle funzioni statutarie degli enti locali”.
Il prossimo passo è la presentazione, da parte del sindaco, al premier Silvio Berlusconi e al commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi, della contrarietà del Consiglio stesso alla nomina di Cicchetti a vice commissario, con la conseguente richiesta ufficiale della revoca dell’incarico.