Pescara. La discarica di Spoltore non s’ha da fare. È partita la mobilitazione del quartiere Colli di Pescara, il più vicino al territorio di Spoltore dove dovrebbe sorgere la nuova discarica. Ieri sera assemblea popolare nella Circoscrizione Colli con la partecipazione di centinaia di cittadini residenti sia di Pescara che di Spoltore, insieme all’assessore all’ambiente Isabella Del Trecco, il segretario regionale del PRC Marco Fars, il Commissario del Pd per Spoltore Bruno Biagi, il Presidente di Ambiente Spa Massimo Sfamurri, il Presidente della Commissione Ambiente della Provincia di Pescara Roberto Pasquali, il consigliere comunale Pdl Vincenzo D’Incecco, il coordinatore del Circolo delle Libertà di Pescara Colli Alessio Di Pasquale, il consigliere provinciale Giancarlo Gennari, il presidente dell’Associazione dei Consumatori Codacons Lorenzo Cesarone e i rappresentanti del Comitato anti-discarica, tutti uniti nell’esprimere contrarietà unanime alla realizzazione dell’impianto. Questa mattina Roberto Pasquali e il Presidente della Circoscrizione Colli Mauro Renzetti hanno annunciato una raccolta firme che saranno inviati al sindaco di Spoltore Ranghelli, al Presidente della Provincia Guerino Testa e al Presidente della giunta regionale Gianni Chiodi.
Nell’incontro di ieri la Del Trecco ha spiegato che una nuova discarica a Spoltore “comprometterebbe le quattromila famiglie che vivono sui nostri colli e che si ritroverebbero di nuovo a convivere con i rifiuti, dopo essersi appena liberati dall’incubo di Fosso Grande. Pensiamo alla presenza del pattume: il progetto prevede infatti anche il trasbordo dell’organico presso l’impianto anche se per la sola separazione, non per il trattamento, ma comunque generando inevitabilmente un insopportabile maleodore. E pensiamo anche all’intenso traffico di mezzi pesanti diretti verso l’impianto che inevitabilmente attraverseranno le nostre strade. Lo abbiamo ribadito qualche giorno fa nel corso della Commissione consiliare Ambiente, dinanzi all’assessore all’Urbanistica del Comune di Spoltore Ernesto Partenza e ora valuteremo con il sindaco Albore Mascia l’opportunità di chiedere un incontro ufficiale con il sindaco di Spoltore Ranghelli per esprimere la nostra posizione. Attualmente ci troviamo dinanzi a un accordo di programma ideato da un privato che ha proposto la realizzazione di un capannone per la separazione dei rifiuti su una superficie di un ettaro, una palazzina di 2.300 metri quadrati per uffici, aree verdi e parcheggi asserviti alla ditta. Mancano però la Valutazione di impatto ambientale e la Valutazione ambientale strategica che devono certificare l’impatto ambientale dell’impianto sul territorio e lo stesso impianto a oggi non è contemplato nei Piani territoriali di Provincia e Regione, comunque competenti in materia”.
Il progetto potrebbe essere fermato perché l’accordo avrebbe ricevuto solo un parere di ammissibilità da parte del Consiglio comunale di Spoltore, ma non è ancora stato ratificato dall’assemblea. Ma l’accordo di programma dipende dalla volontà politica dell’amministrazione spoltorese che non ha chiesto neanche un parere al Comune di Pescara e nell’ultimo incontro l’assessore Partenza avrebbe dichiarato che l’impianto avrà un basso impatto per Spoltore trovandosi in un’area ricadente completamente sulla linea di confine con Pescara, senza pensare dunque alle 400 famiglie spoltoresi che comunque vivono nella zona, né tantomeno alle 4-5mila famiglie di Pescara che gravitano nell’area dei colli.
“Abbiamo più volte chiesto un confronto pubblico all’impresa che ha proposto il progetto – ha ricordato il Presidente Codacons Cesarone – che però sino a oggi ha sempre rifiutato, salvo informarci che ora sarà disponibile a incontrare il Comitato dopo il 20 settembre, un incontro che, sia chiaro, dovrà avvenire in un luogo pubblico alla presenza dei rappresentanti del Comune di Pescara, di Spoltore, della Provincia di Pescara, della Regione Abruzzo e a questo punto anche del Prefetto. Nella parte progettuale è ormai chiaro e scontato che l’iniziativa doveva essere corredata dalla Vas e dalla verifica di assoggettabilità, ma, al di là della Via, la Regione Abruzzo non potrà mai autorizzare un simile impianto per il principio di sostenibilità. La norma prevede infatti che in ogni procedimento discrezionale si possa dare il consenso o meno a un progetto per la prevalenza dell’interesse pubblico o di quello privato, e in questo caso è evidente la prevalenza dell’interesse pubblico, ossia del territorio nel senso della sostenibilità e dell’impatto ambientale procurato dall’impianto. E infine: mi chiedo come potrebbe la Regione Abruzzo autorizzare un impianto identico ad altre due strutture già esistenti e realizzate con una spesa pubblica a pochi chilometri di distanza, entrambe nella provincia di Pescara”. Fuori da Spoltore il no sarà unanime, il progetto sarà sicuramente bocciato dalla Provincia e molto probabilmente anche dalla Regione. E da domani dalle 9 alle 12 dinanzi alla chiesa della Madonna dei Sette Dolori e in via Di Sotto (a cura dell’Associazione “Inseme Per”) partirà la raccolta firme, da lunedì proseguirà porta a porta.
Il commento dell’Associazione Terra Nostra. “A seguito della partecipazione alle varie riunioni del Comitato contro l’impianto rifiuti di Spoltore, l’Associazione Terra Nostra prende atto della situazione incresciosa che si sta delineando nella scelta di modificare la destinazione d’uso di un’altra area del Comune di Spoltore per favorire l’implementazione di un’attività di trattamento rifiuti. Al di là della tipologia degli stessi rifiuti e del fatto che il consorzio Ambiente s.p.a., di cui fa anche parte il comune di Spoltore, dispone di un’area per analoghe attività nel territorio di Alanno, riteniamo che Spoltore abbia già concesso abbastanza in materia di rifiuti. Se è vero che i comuni hanno la sovranità delle scelte urbanistiche, altrettanto non hanno alcun obbligo nell’accettazione di proposte di accordo di programma da parte di privati. Senza entrare nei meriti tecnico-legislativi, abbastanza esposti nelle varie riunioni del Comitato, riteniamo che l’amministrazione spoltorese debba fare una valutazione di coscienza sulla modifica o meno della destinazione dell’area in questione. Altresì, riteniamo che la libera iniziativa possa essere diversificata mantenendo lo stato agricolo dell’area e creando una sinergia con i proprietari terrieri confinanti sottoforma di consorzio o cooperativa in quanto, oggi, c’è un ritorno alla scoperta dei prodotti alimentari sani e genuini e tale attività potrebbe rivelarsi un ottimo investimento con costi minori degli ipotizzati nove milioni di euro”.