L’Aquila. Con 15 voti favorevoli, 11 contrari e 2 astensioni, la mozione proposta dal comitato aquilano di Possibile e materialmente presentata da Masciocco (Sel) e Perilli (Prc) è stata approvata. La maggioranza si è spaccata, con il voto favorevole dei due consiglieri presentatori e del presidente del consiglio comunale e di quello dei consiglieri di opposizione; il sindaco si è astenuto.
L’Amministrazione comunale dell’Aquila, dunque, si è ufficialmente detta contraria al combinato delle Riforme costituzionale ed elettorale. Il Consiglio, attraverso la mozione, ha espresso “fortissimo allarme per la deriva autoritaria in atto, contro la quale si stanno costituendo in tutta Italia”, (per L’Aquila e provincia è stato già costituito) “comitati referendari per il No al referendum confermativo, promosso dal Governo Renzi, sulla riforma costituzionale, e ribadendo che l’obiettivo della stabilità del Governo non può produrre un’alterazione profonda della rappresentanza democratica, sulla quale si fonda l’intera architettura dell’ordinamento costituzionale”.
Il Consiglio quindi impegna “il presidente del Consiglio a farsi promotore di tale posizione espressa dall’Assemblea, inviando l’atto ai Presidenti della Camera e del Senato, ai capigruppo parlamentari e all’Anci nazionale”.
«Siamo lieti che la nostra città abbia ufficialmente preso posizione su queste riforme che riteniamo sbagliate e pericolose – afferma Piergiorgio Leocata, portavoce del Comitato aquilano di Possibile-. La votazione del Consiglio ha una valenza molto forte, essendo una materia delicatissima, e su questa si sta spendendo molto il governo. Ebbene L’Aquila ha detto di no, primo tra i capoluoghi di regione ad esprimersi in tal senso. A questo dovrà seguire la battaglia referendaria».
E a proposito di referendum, il cofondatore del comitato Possibile, Paolo Della Ventura nonché referente provinciale del comitato per il No alle riforme, aggiunge che «sulla Costituzione non si scherza: abbiamo ascoltato in aula argomentazioni inesatte di chi ha votato contro la mozione e si è detto a favore delle riforme. Il Senato non sarebbe abolito e conserverebbe funzioni legislative, senza essere elettivo; la navetta tra le due Camere avviene solo nel 3% delle leggi. Soprattutto, Italicum e riforma costituzionale darebbero un potere praticamente assoluto al partito o alla lista che, con il 40% dei voti, conquisterà il 55% dei seggi alla Camera con una maggioranza che determinerà la composizione di Corte costituzionale, Consiglio superiore della magistratura e l’elezione dello stesso Presidente della Repubblica».
La nota di Possibile si conclude con il ringraziamento «a tutti i consiglieri, anche il vice sindaco (che è intervenuto a titolo personale), che hanno votato a favore della mozione, ben argomentando nel merito il proprio voto. Stupisce che la difesa della Costituzione repubblicana non sia venuta anche da chi si continua a definire di centrosinistra: consiglieri Pd e Idv. I valori della nostra Carta richiederebbero certamente minore leggerezza di argomentazione».