Pescara, case popolari vuote: mille persone in lista d’attesa

conf.pignoliPescara. Oltre mille utenti in lista d’attesa, un serpentone con una coda assai lunga si direbbe, tutti con la medesima speranza: ricevere presto un alloggio popolare che risolva almeno in parte le problematiche che troppo spesso si collegano alla mancanza di un tetto. Tuttavia nei giorni scorsi è emersa un’altra realtà che ha lasciato emergere un intoppo proprio negli uffici dell’Ater: un gruppo di volontari della Lista Teodoro ha infatti effettuato un sopralluogo in città e ha verificato e ‘censito’ la presenza a Pescara di almeno 300 appartamenti dell’Ater vuoti, ma murati.

In alcuni casi si tratta di appartamenti in precedenza occupati da anziani che, una volta deceduti, sono stati riconsegnati dalle relative famiglie all’Ater. Come misura immediata l’Ater ha provveduto subito a murare le porte per evitare occupazioni abusive, ma tale provvedimento sarebbe dovuto essere momentaneo e di breve durata, giusto il tempo per rendere l’appartamento disponibile al Comune per la relativa riassegnazione. E invece la misura è diventata con il tempo definitiva, gli alloggi, pure abitabili, sono rimasti chiusi, serrati e vuoti, a discapito del migliaio di famiglie che magari è costretto a vivere in alloggi di fortuna o anche all’interno di autovetture. “Parliamo di case dislocate in tutti i quartieri, dai colli a Villa del Fuoco, a via Caduti per Servizio sino a borgo marino sud e nord. A questo punto invierò una nota direttamente al Presidente della giunta regionale Gianni Chiodi per denunciare la situazione di stallo in cui versa l’Ater di Pescara e per sollecitare iniziative”, ha denuciato il capogruppo della Lista Teodoro, Massimiliano Pignoli nel corso dell’odierna conferenza stampa convocata per illustrare la problematica, affiancato da due utenti privi di alloggio che hanno effettuato una sorta di reportage fotografico a ‘caccia’ di appartamenti vuoti dell’Ater in città.
“La realtà emersa – ha proseguito il capogruppo Pignoli – è di fatto sconcertante, ma soprattutto non può essere ulteriormente tollerata. La riassegnazione di quei 300 alloggi ci consentirebbe di sanare, almeno in parte, la situazione disperata di tante famiglie che vivono oggi in condizioni critiche per l’assenza di disponibilità economiche e che da anni sperano di potersi vedere assegnato un alloggio popolare”.

Monica Coletti

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