L’Aquila. “Questa come altre vertenze non possono più essere affrontate a livello locale, vanno fatte emergere a livello nazionale in un tavolo di crisi con governo e parti sociali”.
Lo ha detto stamani il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, incontrando i lavoratori in cassa integrazione dell’azienda Intecs, che la attendevano al suo arrivo all’auditorium del Parco all’Aquila, dove sta partecipando all’assemblea sindacale sulla proposta di legge di iniziativa popolare della “Carta dei diritti universali del lavoro”.
Il 70 per cento dei 107 lavoratori dell’azienda aquilana che si occupa di ricerca in telecomunicazioni è oggi in cassa integrazione a rotazione e per la Intecs c’è dietro l’angolo lo spettro della chiusura.
“Il Paese non ha un indirizzo – ha aggiunto Camusso – Il governo non ha una politica industriale, ma asseconda solo quello che chiedono le aziende. Se qualcuno dice vendiamo la chimica il governo dice ‘va bene, vendiamola’”.
Uno dei lavoratori della Intecs ha poi fatto osservare al segretario della Cgil “che ci sono tanti lavoratori tra i 40 e i 50 anni che vengono ritenuti vecchi per il mercato del lavoro, quando in realtà non è più cosi’, perchè hanno ancora competenze e potenzialità. E’ assurdo parlare già di prepensionamento perchè a 50 anni si è ancora giovani”.
“Questo è vero, ma non dimentichiamoci che al governo c’è qualcuno che vorrebbe farci lavorare fino a 80 anni”, ha commentato Camusso non senza ironia.
La segretaria Cgil si è poi espressa riguardo alla ricostruzione post sisma, finalmente avviata dopo tanti rinvii.
“Per la ricostruzione de L’Aquila post sisma si sono persi troppi anni. Basta guardarsi intorno. E’ ovvio – ha osservato Camusso – che siamo felici che ci siano dei cantieri; però sappiamo anche quanto tempo è passato, per quanto tempo i cantieri non si aprivano, per quanto tempo il centro di questa città era chiamato ‘zona rossa’ e si poteva venire a visitarlo solo con i caschi in testa.
Dunque, penso che ci sia una grande ferita che è stata lasciata a questa città da scelte che non sono state quelle che noi avremmo fin dall’inizio voluto. Cioè – ha concluso la segretaria Camusso – di iniziare il processo di ricostruzione subito.