L’Udu nella lettera ricostruisce gli elementi salienti dell’accordo di programma, siglato da Comune de L’Aquila, Provincia, Regione Abruzzo, Protezione Civile e Curia Arcivescovile de L’Aquila, e come gli stessi, in particolare l’affidamento alla Regione Abruzzo per una gestione tramite le sue articolazioni (Adsu) e con i criteri definiti dalla legislazione nazionale e regionale in materia, “siano stati violati dalla scrittura privata tra Curia e Regione, basando l’affidamento da parte della Regione alla Curia su un riferimento errato, mendace, al testo reale dell’Accordo di Programma”.
E’ nella forzatura dell’Accordo di Programma e nella conseguente sostituzione da un previsto uso pubblico con criteri trasparenti e di legge, ad un uso privatistico di un bene pubblico, che si sono generate polemiche pubbliche e tensioni tra gli stessi studenti.
L’Udu sottolinea le gravissime responsabilità politiche della Regione e del mancato rispetto dell’Accordo di Programma stesso che coinvolge, oltre alla Curia e alla Regione, anche il Comune, la Provincia, la Regione Lombardia e il Dipartimento di Protezione Civile, nella lettera alla Diocesi, l’Udu richiama le responsabilità della Curia nel terreno della tenuta civica e della concordia di una comunità.
Con la lettera aperta l’Udu, anche richiamando encicliche a cui la Curia stessa ha fatto riferimento nel dopo terremoto, chiede all’Arcidiocesi di risolvere lei stessa, alla radice, la
principale fonte di polemiche, restituendo immediatamente alla Regione Abruzzo e al Comune, la Casa dello Studente, affinché i posti letto possano entrare nella disponibilità dell’offerta alloggiativa pubblica dell’Adsu. “Sarebbe questo un gesto di sensibilità civica che restituirebbe sia all’azione della Regione Lombardia che a quella della Curia, la valenza solidaristica”.
La lettera dell’Udu per Diocesi L’Aquila