Provincia Pescara, società in house Linfa Srl: si accende la polemica

testa_consiglioPescara. Sulla delibera per la costituzione della società in house Linfa Srl, che si sarebbe dovuta occupare della gestione per i centri dell’impiego, ieri sera in consiglio provinciale si è consumato uno scontro tra maggioranza ed opposizione. La delibera è stata ritirata dallo stesso presidente Testa, ma le reazioni sul versante politico monopolizzano anche oggi la discussione.

“Ieri sera, dopo ore di discussione in Consiglio provinciale, ho ritirato la delibera per la costituzione di una società in house (Linfa srl, ndr) destinata ad occuparsi della gestione dei Centri per l’impiego”, scrive in una nota Guerino Testa. “ Una decisione inevitabile dovuta al fatto che questa realtà rischiava di trasformarsi in un carrozzone politico prima ancora di nascere. Infatti in aula era appena stato votato, con il voto fondamentale dell’opposizione, un emendamento per l’istituzione del Consiglio di amministrazione, al posto dell’amministratore unico). La minoranza, poi, ha chiesto e ottenuto, con un altro emendamento, di nominare un proprio rappresentante all’interno del Cda. E pensare che fino a qualche minuto prima il centrosinistra si era detto strenuamente contrario alla nascita di Linfa srl. La mia idea, e della giunta che presiedo, era di dar vita ad una società finalizzata a migliorare i servizi dei Centri per l’impiego, renderli più efficienti e non creare un serbatoio di posti per la politica. Questo non mi interessa. Di qui la scelta di ritirare la delibera”.

La posizione dei gruppi di maggioranza. Sulla tematica hanno preso posizione anche i gruppi che in consiglio provinciale sostengono la maggioranza di centrodestra (Angelo Faieta per il Pdl, Lino Ruggero per Rialzati Abruzzo, Gabriele Santucci dell’Udc, e Sergio Fioriti, presidente della commissione lavoro). “Cosa hanno fatto in passato Linari e Castricone, rispettivamente vice presidente della giunta provinciale ed assessore delegato, per stabilizzare i precari quando le finanze della Provincia erano decisamente più floride e non esisteva ancora il debito di un milione e mezzo di euro da pagare per il caso Barusso che noi abbiamo ereditato? La delibera relativa alla costituzione della società Linfa srl avrebbe dato a tanti, e quindi anche ai precari, la possibilità di partecipare ai bandi per l’assunzione del personale per i Centri per l’impiego. Se la delibera non è stata approvata, perché ritirata dal presidente in quanto stravolta, questa ulteriore possibilità non è venuta forse a cessare? Era necessario lottizzare politicamente il Cda, come richiesto con l’emendamento presentato dalla Allegrino e poi approvato? Non era forse più giusto che la politica per una volta facesse un passo indietro in favore di un servizio migliore per la collettività? La maggioranza in Provincia è solida. Sulla delibera in questione c’è stato un ampio dibattito, democratico, di esclusivo carattere amministrativo e tecnico e quindi non politico. Succedeva lo stesso in passato, quando ad amministrare era il centrosinistra? D’altronde la successiva mozione della Allegrino sulla erogazione di un contributo “una tantum” di 500mila euro al Comune dell’ex presidente della giunta De Dominicis non è stata forse bocciata con 15 voti contrari della maggioranza compatta contro i 10 favorevoli della minoranza? Questa sì che era una scelta politica e la maggioranza ha risposto con tutte le sue componenti unite. La minoranza, poi, è così compatta come dice? Come mai in conferenza stampa, questa mattina, Linari (Pd) si è dichiarato favorevole al Cda pur se gratuito ed invece Di Lorito (Idv) e Castricone (Pd) hanno dichiarato la loro contrarietà alla costituzione della società Linfa? Ai cittadini la risposta a queste domande. Noi andiamo avanti nel pieno rispetto del programma presentato agli elettori in campagna elettorale avendo quale unico obiettivo il miglioramento dei servizi erogati dalla Provincia e la riduzione, anzi l’eliminazione, delle spese inutili”.

Antonio Martorella. “Il progetto di costituzione della società in house L.in.f.a srl è nato come un’iniziativa strategica per attuare al meglio le politiche del lavoro e le iniziative di formazione professionale. Il consiglio provinciale che si è riunito ieri era chiamato, quindi, a discutere una questione di un certo spessore e per essere coinvolto in un’importante assunzione di responsabilità. Io resto convito della bontà dell’iniziativa promossa dalla giunta e dell’impianto iniziale del progetto e rispetto la volontà del presidente ”. Lo afferma l’assessore provinciale alle Politiche del Lavoro, Antonio Martorella, il quale sottolinea poi che “tale progetto avrebbe portato la nostra Provincia all’avanguardia nella gestione dei servizi all’impiego per i cittadini e per le imprese. Un miglioramento della qualità che è imposto alle Province anche dalla recente sottoscrizione del protocollo d’intesa tra il ministro Sacconi e il presidente dell’Upi Castiglione. Come conseguenza la creazione della società in house avrebbe concretizzato una opportunità per i lavoratori a tempo determinato del settore Formazione e lavoro della Provincia che avrebbero potuto partecipare alla selezione pubblica e, superandola, continuare a lavorare nell’amministrazione”.

Antonella Allegrino (Idv): “ la società Linfa non piace nemmeno al centrodestra”. “Maggioranza alle corde ieri in Consiglio provinciale sulla costituzione della in house Linfa Srl: il pasticcio di ferragosto nato per “affrontare” il problema della gestione dei centri per l’impiego dopo il rifiuto di stabilizzare i precari dell’Ente, ha creato problemi alla stessa maggioranza di centrodestra. Il ritiro della delibera non solo ha dimostrato l’incapacità della giunta Testa di risolvere in modo trasparente e concreto forse il suo prima problema serio a un anno dall’insediamento, ma anche quella di gestire politicamente le decisioni della maggioranza, riportata in aula dalle ferie in modo anche spettacolare. La trovata ferragostana è andata in crisi di fronte alla compattezza dell’opposizione e a causa sia degli emendamenti di maggioranza che scalfivano l’unicità del controllo in capo a Testa, amministratore e controllore unico di scopi e componenti della Srl e sia di quello presentato da me perché, in caso di approvazione, ci fosse un Cda a nomina invece del Consiglio Provinciale con una rappresentanza della minoranza, in modo non solo da inserire un controllo diretto da parte del Consiglio, ma anche dell’opposizione.

Una unicità di gestione invece “blindata” da Testa, vista la bocciatura degli emendamenti di maggioranza e che evidentemente era ritenuta “necessaria” dato che il contenuto della delibera è stato intoccabile per tutti persino durante i passaggi in commissione, ma che si è trasformata nel tallone di Achille di una decisione già viziata dalla gran fretta con cui se ne pretendeva l’approvazione, solo 7 giorni di iter!

Il cedimento della maggioranza riconferma inoltre che la “in house” non avrebbe risolto il problema della stabilizzazione dei precari, su cui invece l’Amministrazione farebbe bene a concentrarsi, prima di affidare ad altri servizi così sensibili ed essenziali per il territorio (non credo fosse a tal fine casuale l’inedita  presenza ieri in aula di rappresentanti del mondo della formazione privata) e anche per evitare una via economicamente rischiosa per l’Ente che potrebbe comportare spese milionarie per eventuali risarcimenti ai 66 lavoratori messi fuori, 52 dei quali hanno già diffidato la Provincia ad assumerli.

Gli ingredienti per un pasticcio c’erano tutti, persino nelle giustificazioni. Resta da capire cosa volevano dire Testa e l’assessore Martorella, affermando che, fatta la Srl, al concorso, contavano di recuperare prima 30/35 unità dei 46 precari, divenuti poi solo “alcuni” dei lavoratori che fino a fine settembre lavoreranno ai centri per l’impiego, perché non ci risultano percorsi simili nella normativa vigente. Mi auguro che il Presidente voglia trovare una soluzione diversa a una questione così importante, trasparente e condivisa con il Consiglio, si prenda un periodo di riposo e riaffronti la questione della stabilizzazione con l’Assemblea e le parti sociali a mente più fresca”.

 

 

 

 

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