Celano. ‘In riferimento al sequestro odierno (ieri) applicato dai NOE di Pescara dell’area di circa 43 ettari di estensione, contigua alla ex discarica di San Marcello -dichiara il Sindaco di Celano, ing. Settimio Santilli – è doveroso precisare che la suddetta area interessa i terreni che furono oggetto di attività estrattiva per la realizzazione del tratto autostradale della A25 e che poi nel corso degli anni, in parte sono stati trasformati dal Comune di Celano nella ex discarica di “San Marcello’, mentre il resto sono di natura privata come rilevato nel corso delle indagini.
‘Per eseguire indagini più approfondite sulla natura degli stessi rifiuti – continua il Sindaco Santilli – i NOE effettueranno già nei prossimi giorni indagini geologiche più approfondite e proprio per questo ci siamo resi disponibili ad eseguire tutte le azioni possibili in merito. Pertanto, prima di parlare di “Nuova terra dei fuochi” e causare ulteriori danni all’economia dell’intero territorio, soprattutto all’agricoltura, è necessario aspettare lo svolgimento delle indagini da parte delle autorità preposte.
Bisogna precisare infatti, onde evitare un ingiustificato allarme, che contrariamente a quanto dichiarato da diversi organi di stampa e dal segretario del PD locale, in maniera del tutto scellerata e strumentale, i terreni interessati non sono stati mai stati destinati alla coltivazione agricola negli ultimi 50 anni e che la natura dei rifiuti è ancora del tutto da accertare.
Tuttavia, in qualità di sindaco e di ex assessore all’ambiente ritengo necessario precisare tutte le attività che nel corso dell’ultima amministrazione, e mai nelle precedenti, sono state eseguite nella medesima area, ovvero:
· la chiusura e il rispristino ambientale della discarica di “San Marcello”,
· la realizzazione in un’area limitrofa a questa, di uno dei primi “centri di raccolta di rifiuti differenziati” dell’intera Marsica,
· la presentazione in provincia del progetto inerente la chiusura e la messa in sicurezza della discarica per inerti,
· la chiusura, più volte effettuata, degli accessi proprio a tale area, al fine di evitare potenziali sversamenti di rifiuti,
· il posizionamento di fototrappole di sorveglianza, in seguito oggetto di furti ed atti vandalici,
· la continua asportazione dei rifiuti più visibili abbandonati nell’area, con ingenti spese di smaltimento dei medesimi.
Ben venga quindi e sono io il primo a volerlo, l’azione intrapresa dai NOE – conclude Santilli – utile a fare ulteriore chiarezza nella vicenda e a punire coloro che si sono resi protagonisti di tali azioni incivili, in una realtà locale che ha mostrato invece tutto il suo senso civico e la sensibilità ambientale con il 65% di raccolta differenziata raggiunto già dal 2013, con l’avvio dei corsi di formazione ambientale nelle scuole materne, a dimostrazione dell’impegno e del cambio di rotta intrapreso dal sottoscritto in merito alla salvaguardia dell’ambiente’.
“Diventa un caso nazionale la discarica abusiva di Celano, ora Regione e Comune dovranno finalmente muoversi per risolvere il problema”.
A parlare è il consigliere regionale Gianluca Ranieri che, insieme ai colleghi ed ai gruppi locali della Marsica, già dal 2013 denuncia il grave stato delle discariche abusive nel territorio marsicano, effettuando una vera e propria mappatura delle zone a rischio e portando avanti da anni una campagna contro Lo smaltimento illegale dei rifiuti.
“Oggi, che tutta Italia ha visto come è stato ridotto dalla politica locale uno dei gioielli del nostro Abruzzo, bisogna intervenire immediatamente, per indurre l’Amministrazione locale, che fin ora ha fatto finta di niente anche davanti ai roghi colposi, ad affrontare seriamente l’enorme caso di inquinamento”.
“Sul territorio” continua Ranieri “abbiamo agito ottenendo numerose vittorie, infatti, la campagna, anti-discariche dei 5 stelle ha portato la bonifica di molti siti illeciti. Ma il Comune di Celano ha preferito lasciare sotterrato il problema nella speranza che nessuno se ne accorgesse”.
CELANO LA PUNTA DI UN ICEBERG
“ La discarica di Celano non è l’unica situazione che ci preoccupa, ma la punta di un icerberg che nasconde un mare di rifiuti nella zona più coltivata d’Abruzzo”, afferma ancora il consigliere regionale Gianluca Ranieri, “Ricordo che esattamente un anno fa, in capannoni tra Avezzano e Luco dei Marsi furono sequestrate 1.600 tonnellate di rifiuti speciali di incerta provenienza. Senza una forte ed immediata reazione delle Istituzioni, della Politica e dei cittadini” incalza “rischiamo che attraverso il corridoio naturale della Valle Roveto l’ombra delle ecomafie possa allungarsi fino alla Piana del Fucino facendone una nuova Terra dei fuochi”.
LA PROPOSTA
Un grido di allarme a cui fanno coro tutti i consiglieri regionali del M5S “Bisogna immediatamente modificare la l’articolo contenuto nello Sblocca italia che permette di trasportare rifiuti da un posto all’altro dell’Italia. Questa norma, reintrodotta da Renzi con la famigerata legge, è la stessa che ha permesso a Mazzocca di portare i rifiuti abruzzesi nell’inceneritore del Molise” affermano i 5 stelle , “una norma che rischia di agevolare quei poteri criminali interessati a fare del trasporto di rifiuti un lucroso traffico illecito”.
“A livello locale” concludono i consiglieri “bisogna immediatamente attuare una bonifica nelle zone interessate, se il comune non riesce con le risorse è necessario che la regione intervenga. Sono queste le opere da finanziare nella provincia de L’Aquila, non monumenti alla propria gloria come il più tiranno degli Imperatori”.
I RISULTATI DELLA RICERCA
L’area nella quale è stata individuata dalle Autorità l’enorme discarica abusiva era stata già oggetto, più di 2 anni fa, di una indagine condotta dal M5S. A seguito dell’indagine , il 14 dicembre del 2013, il Movimento 5 Stelle convocò ad Avezzano cittadini e amministrazioni di tutta la Marsica per illustrare la situazione delle discariche abusive sul territorio e proporre una soluzione per la prevenzione del fenomeno dell’abbandono illegale di rifiuti. Tra i numerosi partecipanti mancò proprio l’Amministrazione di Celano, nonostante la discarica abusiva, trattata oggi dalle cronache nazionali, fosse quella più grande e problematica tra quelle censite dagli attivisti e illustrata con foto e mappe nel corso dell’incontro pubblico.
Dei 40 ettari contaminati oggi individuati con osservazioni satellitari, gli attivisti del M5S individuarono con macchine fotografiche e un drone “solo” 6 ettari coperti da teli agricoli, rottami di auto, pneumatici, inerti da demolizione e altre tipologie di rifiuti pericolosi. Ma ciò non bastò per avere un confronto pubblico con l’Amministrazione comunale.
È evidente che nell’area esista una stratificazione di rifiuti di varia natura ammassati e sotterrati senza alcuna autorizzazione nel corso di decenni. Tuttavia, è altrettanto evidente l’assordante silenzio delle Istituzioni locali che, in tempi più recenti, nulla hanno fatto di concreto per mettere in sicurezza il territorio.
La discarica si trova ai margini della piana agricola del Fucino. Per questo, prima che diventi un nuovo caso Bussi, il Movimento 5 Stelle chiede che si faccia luce sulle responsabilità e, soprattutto, che ci si attivi a livelli istituzionali più alti per la bonifica. Non possiamo lasciare i cittadini in balia della incapacità delle amministrazioni locali.