Pescara. Sinistra Ecologia e Liberta Abruzzo annuncia battaglia, in Regione e al Comune di Pescara, contro il nuovo Piano demaniale comunale del capoluogo adriatico, che è “assolutamente inaccettabile”. Se, per il Comune, Sel dice che “questo Piano non passa” e chiede all’amministrazione di fare marcia indietro, a livello regionale annuncia di voler proporre una “radicale modifica di un Piano Demaniale Marittimo Regionale che davvero non fa onore alla ‘regione verde d’Europa’”.
A fare il punto della situazione, in conferenza stampa, sono stati il sottosegretario con delega all’Ambiente, Mario Mazzocca, il capogruppo di Sel al Comune di Pescara, Daniela Santroni, il consigliere comunale Ivano Martelli, il coordinatore regionale di Sel, Tommaso Di Febo, quello provinciale, Daniele Licheri, e quello cittadino, Roberto Ettorre.
“Questa norma – hanno sottolineato – per Pescara ha un impatto devastante. Avranno la possibilità di duplicare la superficie coperta, dagli attuali 250 metri quadri ai 500 previsti, ben 61 stabilimenti balneari su 97 esistenti, cioè il 63%, con ulteriori 15.250 metri quadrati di superficie strappata alla spiaggia e alla vista mare, ovvero il 50% in più rispetto a quanto oggi realizzato”.
Nell’illustrare tutte le criticità del Piano, Sel ha evidenziato che lo strumento prevede, tra l’altro, “un aumento delle superfici occupate e delle volumetrie del 30%, un aumento dell’occupazione del fronte mare, la possibilità di dare destinazione ricettiva trasformando balneatori in affittacamere, la permanenza delle strutture mobili tutto l’anno con la proliferazione incontrollata di barriere visive, l’eliminazione delle norme sulle recinzioni, la privatizzazione dello specchio acqueo antistante le concessioni”.
Secondo Sel è invece necessario “partire dalla specificità dei luoghi per disegnare un percorso di riqualificazione del litorale, diminuendo e concentrando i volumi costruiti e contenendo le costruzioni temporanee, e stabilire il percorso per individuare le spiagge libere nella misura di almeno il 20% in un periodo prefissato. I passaggi dalla città al mare – hanno sottolineato – dovranno essere aumentati e non ridotti, come nella presente proposta. L’efficientamento energetico dei fabbricati, i temi del risparmio idrico, dello smaltimento dei rifiuti e del rinnovo in chiave di bioedilizia dei materiali usati dovranno essere oggetto di norme ben più stringenti delle attuali, fino a costituire condizioni per il mantenimento della concessione”.
“L’amministrazione ha prima parlato di un piano imposto dalla Regione, poi è partita la guerra dei dati: sindaco e vicesindaco, quando dicono che la volumetria aumenta solo dello 0,51%, prendono in considerazione l’intero arenile, mentre in questi casi bisogna fare i calcoli sul già costruito. Per loro più cemento vuol dire turismo? Non ci sembra la linea di marketing turistico che si attua in Europa. Continueremo la nostra battaglia in Comune, in Regione e nelle strade, con i cittadini, per fermare questo Piano”.
“Il Piano demaniale marittimo regionale – ha sottolineato Mazzocca – è un piano di indirizzi e non contempla obblighi; dà direttive entro cui muoversi. Siamo coscienti che il Piano demaniale vada sottoposto a revisione e a modifiche, nella direzione della sostenibilità degli investimenti. In tal senso, come Sel, ci stiamo muovendo”