Chieti, crisi economica: Radica scrive a Di Giuseppantonio

Enrico_Di_GiuseppantonioChieti. Una lunga lettera in cui parla della difficile situazione economica e sociale che sta attanagliando la società intera e la comunità teatina nello specifico. Il consigliere provinciale Angelo Radica (Pd) affida ad una missiva, inviata al presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio, i problemi legati alla crisi politica-amministrativa del territorio.

“La difficile situazione economica e sociale della nostra comunità” scrive “aggravata dalla crisi economica internazionale, non si risolveranno attraverso polemiche sull’attuale situazione finanziaria dell’Amministrazione che lei guida né affidando l’impossibilità di risolvere le difficoltà che quotidianamente incontra agli atti di chi lo ha preceduto. Piuttosto, si corre il serio pericolo che le cosiddette polemiche tra addetti ai lavori (politica) accentuino ulteriormente il profilo della crisi, determinando un aumento nella sfiducia dei cittadini verso le classi dirigenti locali”.

Secondo il consigliere provinciale, è fondamentale comprendere che l’attuale difficoltà finanziaria dell’Ente che lei è stato chiamato a governare non rappresenta il mero frutto di trucchi contabili o di spese facili. Essa in realtà costituisce l’esito di un intreccio ben più profondo tra la crisi economica e una serie di squilibri e di inefficienza accumulate negli anni in seno all’Amministrazione Provinciale, che derivano principalmente dall’insostenibile politica dei tagli lineari e dall’orientamento di politica regionale e nazionale di trasferimento delle funzioni senza risorse né umane ne finanziarie. Sono queste” secondo Radica “le ragioni di fondo delle difficoltà che incontrano quotidianamente gli amministratori chiamati a governare in tempi caratterizzati da un ben più profondo squilibrio tra le esigenze e le aspettative dei cittadini governati e le leve strategiche e operative a disposizione dei governanti. All’orizzonte si affaccia un peggioramento di questo squilibrio causato dai tagli agli enti locali contenuti nella recente manovra correttiva della finanza pubblica. E’ facile prevedere che per i prossimi anni i trasferimenti dello Stato declineranno e le entrate autonome potranno aumentare solo in presenza di nuovi e più efficienti servizi ai cittadini. Per questa via, risulterà sempre più difficile garantire i servizi minimi ai cittadini ed alle imprese. Questa tendenza potrebbe approdare all’abolizione normativa dell’Istituzione Provincia o alla sua marginalizzazione. In un simile scenario ritengo sia vano attardarsi ancora, ad un anno dalla consultazione elettorale, nelle polemiche sui debiti e sugli ammanchi di bilancio. E’ arrivato il momento di riportare al centro del confronto politico-amministrativo il tema della crescita e dello sviluppo della nostra comunità mettendo fine alle reciproche accuse. La strada per arrivare a questo nuovo equilibrio decidiamola insieme. Una via potrebbe essere la Commissione, altri ancora potrebbero essere gli strumenti. Le polemiche aumentano la sfiducia, deprimono l’iniziativa e deteriorano la capacità di affrontare le questioni vere che interessano i cittadini. Molti sono i casi che in questi 12 mesi ho potuto direttamente riscontrare”.

C’è bisogno di una svolta, secondo Angelo Radica, ma è necessario soprattutto “dare respiro al processo democratico, individuando luoghi per un confronto serio e sereno sulle linee di sviluppo della provincia slegandola da una politica dell’emergenza e degli annunci. A questo scopo sono in corso iniziative come l’Istituzione della Consulta per l’Economia e il Lavoro, ma i mezzi a disposizione e i tempi di attuazione appaiono ancora deboli e insufficienti. Sono ben consapevole della distanza che sussiste tra le mie indicazioni e l’attuale involuzione del quadro politico generale, tra le aspettative dei cittadini e la potenza di fuoco degli strumenti a nostra disposizione. Siamo tuttavia del parere che gli odierni indirizzi amministrativi si stiano rilevando sbagliati ed  insufficienti. Se non vi saranno le condizioni politiche per l’attuazione di un piano di sviluppo del nostro territorio fondato sugli obiettivi delineati e condivisi con le forze vitali del mondo economico, il rischio che peggiori notevolmente lo stato dell’economia e la qualità della vita della nostra provincia, è altissimo”.

 

 

 

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