Pescara, bilancio Asl: il deficit rientra

damario_renzettiPescara. L’Abruzzo è tra le regioni più indebitate, a livello nazionale, dal punto di vista sanitario. Un deficit che preme sulle sorti della nostra Regione, ma a quanto pare la Asl è corsa ai ripari. Dalla relazione del manager D’Amario è emerso un brillante rientro del deficit, passato dai 32milioni di euro registrati nel 2008 e prodotti dalla passata gestione dell’Azienda, ai 13milioni di euro del 2009, con un contenimento dei costi per 19milioni di euro.

Recupero che sarebbe avvenuto nonostante i tre eventi straordinari che hanno determinato spese impreviste, come il terremoto del 6 aprile 2009, che ha richiesto all’azienda ospedaliera pescarese uno sforzo economico in sostegno delle strutture situate nelle zone devastate dal sisma, assumendosi tutti i costi anche per garantire prestazioni gratuite agli aquilani sfollati sulla costa e privi di tutto, con una spesa pari a 5milioni 300mila euro; poi i Giochi del Mediterraneo e infine il G8 de L’Aquila. Lo ha detto il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia in seguito alla riunione del Comitato Ristretto dei sindaci convocato dallo stesso Albore Mascia, in qualità di Presidente. Presenti all’incontro i sindaci di Popoli, Emidio Castricone, di Penne, Ezio Di Marcoberardino, di San Valentino, Angelo D’Ottavio, di Bussi sul Tirino, Marcello Chella, il Direttore generale della Asl Claudio D’Amario, il Direttore amministrativo Domenico Carano e il Direttore sanitario Fernando Guarino.
“All’ordine del giorno – ha spiegato il sindaco Albore Mascia – c’era in sostanza l’illustrazione del bilancio e degli obiettivi perseguiti nell’ultimo anno, nonché i progetti all’orizzonte per garantire il potenziamento della Asl pescarese, senza dispersione di risorse ed energie. Innanzitutto al taglio dei costi è corrisposto un miglioramento della pianificazione, dello sviluppo delle risorse umane e dell’innovazione tecnologica. La nuova Direzione della Asl ha puntato sulle eccellenze, non solo a livello di reparti, ma anche intercettando le migliori figure professionali fuori Abruzzo con le quali poter rinforzare l’azienda; ha concentrato gli sforzi sulla formazione manageriale degli stessi primari e di quei medici che devono garantire la contabilità dei badget, favorendo l’eliminazione dei precari, 400 Co.co.co., sostituiti con le assunzioni a tempo determinato per tre anni soprattutto di personale medico e paramedico, per almeno 250 unità; ora si sta procedendo con l’assunzione delle categorie protette per il settore amministrativo e informatico, oltre dieci persone. Ma soprattutto l’ottimizzazione dei costi – ha proseguito il sindaco Albore Mascia – sta passando attraverso la razionalizzazione delle attività cliniche: in sostanza, come ha illustrato il manager D’Amario, si sta cercando di caratterizzare le strutture decentrate, come Penne, Popoli e Montesilvano, come Poli d’eccellenza. L’ospedale di Popoli, ad esempio, dovrà divenire un centro di riabilitazione specialistica d’eccellenza e di riferimento per tutto il centro-sud, così come per la neurologia e la cardiologia. L’obiettivo è quello di caratterizzare le strutture sanitarie decentrate con specializzazioni specifiche. L’azienda sanitaria ha poi avviato la politica di riportare a Pescara professionisti abruzzesi che per lungo tempo, ad esempio, sono stati costretti a emigrare fuori regione per lavorare, un’attenzione che sta dando i propri frutti visto che è drasticamente sceso il numero degli utenti che preferisce farsi curare fuori dall’Abruzzo, facendo lievitare quello di colore che scelgono Pescara”. Dopo l’esposizione al Comitato, il bilancio con la relativa relazione sono state inviati alla Regione Abruzzo. Nuova riunione per il Comitato Ristretto dei sindaci dopo l’estate, a settembre ci saranno anche l’assessore regionale alla Sanità Venturoni e il Commissario Baraldi per affrontare il nodo del Piano regionale sanitario e verificare quali ripercussioni certe ci saranno per l’ospedale di Pescara e per le strutture del territorio provinciale.

Monica Coletti

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