Uno stile lavorativo che prevede la condivisione di spazi. Spazi comuni, da condividere da liberi professionisti e da coloro, che nella fase della start up, hanno difficoltà nell’assorbire i costi di avviamento di uno studio professionale vero e proprio.
Il progetto non a caso si chiama Prometeo (simbolo di progresso) ed è stato elaborato e illustrato dalla Consulta giovanile di Tortoreto, questa mattina, nel corso di un incontro nei locali dell’Arit al quale hanno preso parte anche il sindaco ed alcuni amministratori locali.
Nello specifico, si tratta di un vero e proprio coworking, (condivisione di spazi lavorativi).
Il progetto nella sua totalità è stato illustrato da Enrico Romagnoli, presidente della Consulta giovanile, mentre gli aspetti tecnici, operativi e il percorso proposto all’ente, è stato argomentato da Giorgio Ripani e Davide Bianchini.
Il coworkink è un sistema di condivisione di spazi lavorativi e presenta diverse applicazioni pratiche. In Abruzzo ne esistono due, ma sono entrambi privati. La Consulta giovanile di Tortoreto, seguendo l’esempio di Foligno, invece, prevede un progetto solidale, attraverso una collaborazione con l’amministrazione comunale.
Durante la presentazione del progetto, è stata proiettata una video intervista di un’iniziativa analoga, a compartecipazione pubblica, realizzata a Foligno. Ebbene, i giovani della Consulta vogliono partire da quell’esperienza per realizzarne una a Tortoreto, modulandola con degli accorgimenti e forme di innovazione.
Il funzionamento del coworking, così come spiegato, è abbastanza semplice. E’ necessario avere dei locali adatti, dotati di arredamento e postazioni adeguate e connessioni internet. Il contenitore poi rappresenta l’elemento di condivisione per giovani professionisti, che pagano un canone (può essere giornaliero, mensile o annuale, dipende dalla tipologia di uso) e usano uno stesso ambiente di lavoro, anche per settori diversi.
L’idea parte da questo assunto di fondo. Poi, però, servono anche strumenti per confezionare e rendere autonomo il progetto. Ebbene, la consulta ha proposto anche un bando per l’eventuale gestione dello stesso coworking. Bando pubblico con criteri che non possono prescindere dal merito e dalle questioni di reddito.
Dove realizzare il tutto? C’è anche la proposta. E’ quella della scuola di Salino, attualmente utilizzata per le lezioni visti i lavori di adeguamento della struttura del Paese. ” Lo spazio” hanno sottolineato i relatori, ” si presta a questa funzione, per varie ragioni. Da quello logistico, si raggiunge facilmente, ha spazi interni ed esterni per realizzare il tutto. Va sottolineato, inoltre, che attraverso il canone corrisposto all’ente per l’utilizzo degli spazi, il pubblico potrebbe coprire i costi di manutenzione della struttura e in caso di piena funzionalità della stessa, prevedere anche dei ricavi così come accade per i luoghi di lavoro condivisi di matrice privata”.
Alla presentazione del progetto era presente, tra gli altri, anche il sindaco Alessandra Richi, che ha ricordato quello che è l’attuale utilizzo della scuola di Salino, fermo restando che un ragionamento più concreto, sulla base dell’idea finalizzata a favorire forme di occupazione e di impresa giovanili, va necessariamente avviato.