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Chieti, Piano territoriale di coordinamento provinciale: D’Amico chiede verifica dei contenuti

Chieti. Il consigliere provinciale e capogruppo del Pd Camillo D’Amico ha inviato, lo scorso 18 giugno, una nota formale al presidente della giunta provinciale Enrico Di Giuseppantonio, all’assessore all’urbanistica Nicola Campitelli, al presidente del consiglio Enrico Rispoli ed al presidente della commissione consigliare Carla Di Biase.

Nella nota,  il gruppo del Pd  ha sollecitato ufficialmente la guida dell’ente a prendere una decisa iniziativa per la verifica dei contenuti del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, approvato nel 2002 sotto l’amministrazione presieduta da Mauro Febbo, e del documento di pianificazione inerente le attività produttive, approvato nel 2007 dall’allora presidente Tommaso Coletti.

“La motivazione che ci ha spinto a formalizzare questa richiesta” ha detto D’Amico “è  che, sempre con più frequenza, assistiamo a sterili quanto strumentali ed inutili dibattiti sul concetto della pianificazione generale del territorio; passi che ogni comunità locale, in una logica di congruità e rispetto degli indirizzi generali contenuti nel Piano, determini il proprio sviluppo infrastrutturale ed urbanistico, ma quando poi si travalica questo principio, soprattutto a fronte  di argomenti che riguardano un intero e vasto territorio, anche se fisicamente l’oggetto può riguardare una singola località, è necessario che la provincia recuperi il proprio ruolo d’indirizzo e programmazione che istituzionalmente gli compete. La verifica di merito sull’attualità del Piano in termini di contenuto è utile e propedeutico per un suo eventuale aggiornamento che dovrà avvenire previa concertazione con enti locali, parti sociali e datoriali, portatori d’interesse. Inoltre, alla luce delle tante istanze che si elevano dal territorio, che intenderebbero variare i principi di sviluppo indicati nel Piano, quali l’agroindustria, il turismo ed un modello industriale poco impattante  e compatibile con gli altri due, sollecitiamo a verificare, sempre nella logica della concertazione attiva, se questo modello è ancora attuale oppure no; riteniamo che la provincia debba recuperare la regia della pianificazione e dello sviluppo del territorio che, probabilmente, non è sufficientemente più percepita ed il gruppo del Pd eserciterà una forte azione collaborativa nell’interesse esclusivo del territorio e dei cittadini amministrati”.