In primis una riduzione degli aumenti previsti sulla tariffa dell’acqua da 1,30 euro al metro cubo proposto inizialmente dall’Ato a 1,23, con la possibilità di annullare tale incremento per le famiglie che consumano appena 100 metri cubi l’anno tagliando i costi di gestione dell’Aca. E poi a tutela di consumatori e comuni, rimborsi immediati dei 9milioni di euro complessivi che l’Aca deve ai Comuni e l’istituzione di una Commissione di vigilanza che veda la presenza anche delle associazioni ambientali e dei consumatori per sorvegliare sulla corretta gestione del bene pubblico acqua, fondamentale dopo quanto avvenuto tre anni fa durante l’emergenza dei pozzi di Bussi. Questi i contenuti della proposta elaborata dal Comitato ristretto dei sindaci e che domani verrà sottoposta al voto dell’Assemblea dei soci.
“Oggi l’Aca – ha proseguito l’assessore Antonelli – deve rimborsare ai Comuni soci più di 9milioni di euro: Pescara è in credito per 4 milioni di euro, altri 3 milioni spetteranno al Considan di Montesilvano, ma se 4 milioni di euro non manderanno in dissesto il Comune di Pescara, un credito di 100mila euro non riscosso potrebbe determinare il dissesto finanziario per un piccolo Comune a danno dei cittadini”. Sospiri ha messo l’accento sul lavoro di opposizione portato avanti dai sindaci del centro-destra che si sarebbero subito dichiarati contrari all’incremento delle bollette tout court, senza garanzie. “I sindaci di centro-destra hanno proposto e ottenuto l’autoconvocazione di un Comitato ristretto che ha visto la presenza dei sindaci di ogni colore politico, dal Pdl a Rifondazione comunista aprendo una riflessione anche sulla necessità di garantire all’Aca, che è il braccio operativo dell’Ato, una gestione più libera e trasparente”. E’ evidente che qualcosa non ha funzionato nella governance dell’Aca e allora i comuni chiedono un atto di responsabilità all’azienda.
In altre parole l’aumento delle tariffe sembrerebbe inevitabile, nessuno pone una barriera definitiva ed i nuovi piani di investimento vengono giustificati come somme che dovranno servire per il ripristino delle reti che oggi lasciano disperdere il 60 per cento dell’acqua erogata. Una novità radicale però sembrerebbe esserci: tempo limitato per l’Aca per far fronte ai propri, infatti durante la prima verifica circa gli effetti della revisione tariffaria, all’approvazione del consuntivo 2010, i 7milioni di euro di investimenti determinati dal maggior introito, dovranno essere stati già cantierati o si tornerà indietro alle vecchie tariffe e il Presidente dell’Ato se ne assumerà la responsabilità. E oltre agli investimenti, prima dell’approvazione del bilancio dovranno anche essere state rimborsate anche le rate dei mutui ai Comuni.
L’Ato sarebbe inoltre obbligata a garantire una comunicazione trimestrale del Piano degli interventi eseguiti nell’ambito, con specificazione del territorio, della tipologia d’intervento e dell’importo dei lavori, per assicurare trasparenza all’attività svolta senza lasciare più nulla al caso. “Chiederemo ancora la fatturazione trimestrale con l’obbligo di concedere una rateizzazione mensile per le utenze residenziali con fatture superiori ai 100 euro e, infine, l’approvazione del Regolamento attuativo del Bonus acqua e la costituzione di un Fondo sociale per la tutela delle utenze deboli ed economicamente svantaggiate. Non solo: al soggetto gestore chiederemo di tagliare mezzo milione di euro dai costi di gestione, perché se si chiedono sacrifici ai cittadini, bisogna anche dimostrare di volerne fare. In tale maniera la tariffa applicata sulle utenze deboli potrebbe ulteriormente scendere da 1,23 euro a metro cubo a 1,21 euro” hanno concluso Sospiri e Antonelli.
Monica Coletti