PD provinciale approva il documento sull’Asl unica, il sindaco di Castellalto contrario

Castellalto. ‘Sulla riunione della direzione dell’altra notte é opportuno da parte nostra chiarire che il voto espresso è contro un documento, quello proposto dalla segreteria provinciale del PD, che nulla aveva a che fare con la sanità teramana, ma era solo intriso di logiche personalistiche e “correntizie” all’interno del partito. Un partito come il nostro, al governo della Regione, dovrebbe avere una visione ampia e l’ardire di elevare la discussione in una direzione riformistica seria e coerente con le esigenze della cittadinanza. La sanità è argomento delicato che deve avere una trattazione e una narrazione specifica e tecnica, alla quale la politica deve dare un contributo in termini di idee’.

Lo affermano in una nota congiunta il sindaco di Castellalto Vincenzo Di Marco, Lucia Verticelli, Piergiorgio Possenti, Daniela D’Alessandro e Camillo D’Angelo, in merito al documento approvato dalla direzione provinciale del Pd nella riunione di giovedì scorso, riguardante il progetto di riforma della sanità abruzzese.

‘Dobbiamo concentrare la discussione sulla proposta del nuovo piano sanitario regionale e Teramo e provincia devono convivere in questa proposta con la dignità e il rispetto che meritano. Vogliamo ragionare sull’azzeramento delle liste di attesa per le visite e gli esami sanitari, sulle eccellenze di reparti, sulle prossimità e funzionalità dei servizi di emergenza e urgenza che aiutano a salvare la vita ai cittadini. Di tutto questo l’altra sera il PD provinciale non ha parlato, noi abbiamo cercato di evitare il voto su un documento vuoto di contenuti e troppo condensato di obiettivi elettorali personali’, si insiste nella nota.

‘Vogliamo ricordare che la riforma o la proposta dell Asl Unica è nel programma di governo regionale del PD e crediamo che di questa si debba parlare, approfondire e aprire una fase che coinvolga tutti, nessuno escluso, come il presidente D’Alfonso ha garantito alla fine del dibattito. Tutto questo la segreteria provinciale lo ha ignorato, ha voluto mostrare i muscoli, ma in realtà il documento è stato votato a favore solo da 19 componenti sui 52 aventi diritto. Una minoranza di pensiero.

Se il Partito Democratico provinciale, che è il primo in Italia, rinuncia alla proposta e si riduce alla conta degli equilibri, o vuole solo creare problemi alla maggioranza della Regione Abruzzo, crediamo che debba invertire la rotta oppure trarre le dovute conseguenze. E nel chiarire ciò, aggiungiamo un monito: che di tutto questo il centro destra o qualche altro avversario non gongolasse perché la loro incapacità di riforme brilla al sole come segno evidente di inconsistenza politica della passata legislatura regionale’, affermano in conclusione.

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