Il fatturato consolidato di gruppo, nel 2014, è stato di un miliardo 102 milioni di euro. La storia del gruppo è legata alla famiglia Maccaferri che nel 1879 fonda la ditta Maccaferri Raffaele Officina da fabbro, a Zola Predosa in provincia di Bologna.
I sindacati, poco meno di due anni fa avevano concertato con la stessa azienda un piano di rilancio e riconversione che da un lato prevedeva 10 licenziamenti, ma dall’altro contemplava un investimento di un paio di milioni per diversificare la produzione e associare alle reti per gabbionature un nuovo prodotto in materiale geosintetico da impiegare nel settore degli asfalti drenanti.La direzione aveva dato mandato anche di fare il budget 2016 e stava chiedendo le autorizzazioni per potenziare alcuni impianti.
I vertici aziendali giustificano la scelta sottollinenando come ci sia mercato nel solo Nord Europa e che lo stabilimento di Castilenti comporta delle perdite, in quanto il costo del trasferimento del prodotto è molto elevato.
I sindacati avrebbero dichiarato come la notizia sia giunta in modo inaspettato e senza nessun segnale di un rischio del genere e hanno immediatamente richiesto un tavolo istituzionale con l’azienda e le istituzioni locali per discutere un piano alternativo alla chiusura.
Mellila precisa che “la zona industriale di Castilenti ha vantato aziende importanti come l’Industria Tessile Valfino, che ha contato circa 700 dipendenti e che oggi è un ammasso di cemento e eternit e la chiusura della Maccaferri potrebbe essere il colpo finale per un’area già segnata da enormi perdite in termini industriali”.
Quindi il deputato di Sel chiede ai due ministri “se non ritengano di convocare le parti sociali, gli enti locali e la Regione Abruzzo per cercare positive soluzioni produttive e occupazionali e scongiurare un ennesimo dramma sociale”.