“Avete tradito il vostro mandato e i vostri concittadini”. E’ una condanna senza scusanti quella che i gruppi M5S di Pineto, Silvi e Atri fanno nei confronti dei consiglieri regionali e della classe politica all’indomani della chiusura del punto nascita dell’ospedale San Salvatore di Atri. Delusione e amarezza che si accompagna anche alla preoccupazione per ulteriori tagli, visto il rincorrersi di voci sulla probabile chiusura di altri reparti.
“Il destino che sembra apparire all’orizzonte”, scrivono in una nota i gruppi che sottolineano come il depotenziamento dell’ospedale atriano rappresenti una sconfitta per tutto il territorio, “è la totale dismissione di un presidio che ha alle spalle una storia importante oltre ad essere stato un fondamentale punto di riferimento per un intero comprensorio popolato da oltre 150 mila abitanti”.
E non hanno paura di puntare il dito contro coloro che ritengono essere i responsabili di questa situazione, “persone che hanno avuto il coraggio di speculare su questo aspetto, al punto di costruire una carriera politica promettendo di lottare fino alle estreme conseguenze per scongiurare l’indebolimento del San Liberatore”, proprio nel momento in cui vengono inaugurate nuove sale parto in provincia alle quali manca comunque il reparto di terapia intensiva neonatale, tra le cause che avrebbero sancito la fine del reparto atriano.
“Noi crediamo che chi amministra questa Regione”, dicono i pentastellati, “debba ora delle spiegazioni molto dettagliate e convincenti per tutte quelle future mamme che risiedono nel nostro comprensorio e per le quali si preannunciano avventurose, se non rischiose gravidanze future, obbligate come saranno d’ora in poi ad affrontare trasferte lunghissime per raggiungere i reparti nascite regionali. E dire che anche quest’anno ad Atri fin’ora sono nati più di 400 bambini, segno evidente della bontà della struttura e della fiducia che le neo mamme ripongono in questo punto nascite, dove la sicurezza e la qualità di chi opera al suo interno supplisce pienamente all’ormai palese mira distruttrice dei politici regionali”.
E parlano di incapacità organizzativa, di una visione miope di coloro chiamati a governare che mettono “gli interessi personali davanti a quelli generali”.
“Noi”, concludono i gruppi M5S, “a differenza di taluni, che in modo spregiudicato, speculano sulle sofferenze altrui, non chiediamo consensi, vorremmo solo che i cittadini di questo comprensorio, delusi ed indignati, tutti insieme si attivassero per non rinunciare ad un elemento fondamentale del nostro territorio”.
Chiusura punto nascita: le proposte del Movimento antifascista Atri Rossa
E’? inutile, la politica dello scaricabarile non funziona più, così come non ha funzionato la protesta delle firme raccolte o delle passeggiate con i palloncini per le vie della cittadina. Tutto ciò che è stato fatto va indubbiamente rispettato nelle sue nobili intenzioni, ma non è stato sufficiente ad evitare ciò che la politica dei tagli a tutti i costi, imposti dal governo centrale coadiuvato dal Bonaparte in pectore Renzi, hanno sferrato e continuano a sferrare in nome del capitale finanziario. Una politica che non può trovare una soluzione cambiando coalizione o affidando il tutto a un movimento reazionario guidato da un comico urlante.
Oggi il centrodestra punta il dito contro il PD per i tagli alla sanità, ieri era il PD a fare per la stessa cosa, contro l?ex governatore Chiodi. Questo circolo vizioso si consuma davanti agli occhi di tutti ma l?assenza di una proposta concreta fa sì che tutto si butti in caciara e in mezzo alla fuffa che tutto confonde a pagare saranno ancora una volta i cittadini. Congratulazioni a chi amministra! Siete stati proprio bravi a lasciarvi travolgere da leggi e decreti svuotaAtri senza mettere in discussione la vostra comoda poltroncina! E adesso ci siamo: da lunedì l’?Ospedale San Liberatore non avrà più il punto nascita e di conseguenza la mannaia si abbatterà anche sugli storici reparti di ginecologia e pediatria, ma a pagare non sarà Renzi né tantomeno D?Alfonso che non verrà sicuramente all?’Ospedale di Atri a farsi curare le ferite. Noi del movimento AtriRossa continuiamo a ripetere la stessa cosa da tempo: non avendo un?’alternativa abbiamo lanciato ripetutamente l?’idea di muovere una protesta seria ed inequivocabile, al di là del colore politico. Voce nel deserto, la nostra, perché antipatica e scomoda, com’?era prevedibile.
Noi proponiamo l?’occupazione ad oltranza del reparto da parte dei sindaci dei comuni interessati e di una delegazione di cittadini, uno sciopero della fame, un sit-in permanente che sollevi l’?attenzione dei media fino a quando chi di competenza non analizzi seriamente il problema rendendosi conto che l’?ospedale di Atri? e Atri in generale – ha già dato troppo alla causa. E a quel punto sì che si potrà dire giù le mani dal San Liberatore. Anche perché restare ancorati alla pagina Facebook senza l?azione non si ottiene nulla. Solo la rivoluzione cambia le cose!