Chieti, salta il consiglio provinciale, le accuse del centrosinistra

enrico_di_giuseppantonioChieti. Salta il consiglio provinciale a Chieti. Questa mattina erano presenti solo 10 dei 18 consiglieri di maggioranza e 11 su 12 della minoranza. L’opposizione di centro sinistra ha quindi abbandonato l’aula facendo venir meno il numero legale.

Subito dopo ha convocato una conferenza stampa nella quale gli esponenti del Pd, Rifondazione Comunista, Italia dei Valori e Sinistra, Ecologia e Libertà hanno preannunciato una nota al prefetto di Chieti segnalando quella che sostengono essere diventata una brutta consuetudine, ovvero di iniziare i lavori ben oltre l’ora di tolleranza violando in tal modo il regolamento consiliare. L’opposizione ha inoltre rimarcato il fatto che quattro consiglieri del centro destra (Tonino Marcello, Mario Di Paolo, Fabrizio Montepara e Nicola Mincone) “da questa mattina sono saliti sull’Aventino in quanto pare reclamino un rimpasto di giunta dal momento che la componente più moderata del centro destra (l’Udc) è costretta a subire le decisioni prese da qualche eminenza grigia che continua nei fatti a gestire l’amministrazione provinciale di Chieti”.

La precisazione di Di Giuseppantonio. “Questa mattina sono giunto in aula consiliare alle 10.35, come già ampiamente anticipato, a causa di un grave problema familiare che richiedeva la mia imprescindibile presenza accanto alle persone a me più care”: questa è la precisazione del presidente, Enrico Di Giuseppantonio, circa la seduta del Consiglio provinciale prevista per oggi.

La replica del centrodestra. “La maggioranza di centrodestra non ha assolutamente nessun problema di coesione, lo dimostra il fatto che sull’atto più importante di un’amministrazione, il bilancio di previsione, i consiglieri hanno votato tutti compattamente, 19 su 19, il documento proposto dalla maggioranza, solo qualche settimana fa”: così i capigruppo della maggioranza replicano ai colleghi della minoranza in merito alla seduta consiliare di questa mattina, andata deserta per mancanza del numero legale. “Risultano quindi infondate – spiegano i capigruppo – le illazioni dai rappresentanti del centrosinistra che pur di voler spostare l’attenzione dalle difficoltà dell’amministrazione provinciale causate dalla loro precedente gestione cercano di ipotizzare una poco credibile crisi interna della maggioranza. Il regolamento per il funzionamento del Consiglio provinciale prevede che la prima ora di seduta sia dedicata agli atti di sindacato ispettivo: in particolare quest’oggi ce ne erano 16 in ordine del giorno, di cui 12 proposti proprio dal centrosinistra, che avrebbe avuto tutto l’interesse a mantenere il numero legale proprio per ascoltare le risposte della giunta alle loro interrogazioni. Non vorremmo che l’abbandono dell’aula da parte del centrosinistra nascondesse la volontà di non avere risposta ad un’interrogazione proposta da un rappresentante del Pd che, facendo un clamoroso autogol, ha posto l’attenzione su un argomento imputabile alla precedente amministrazione che nasconde diversi coni d’ombra. Ci riferiamo all’interrogazione sul sistema di telefonia delle scuole superiori. Ad ogni buon conto, l’assenza di alcuni consiglieri della maggioranza è stato dovuto principalmente a motivi lavorativi. Gli unici problemi che questa amministrazione continua ad avere sono legati alla difficile situazione finanziaria ereditata dall’ex presidente Tommaso Coletti e compagni vari, che verrà palesata nella sua drammaticità durante la discussione del conto consuntivo 2009. In quell’occasione sì che i rappresentanti del centrosinistra farebbero bene a darsela a gambe levate per la vergogna di ciò che hanno procurato alla Provincia”.

 

 

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