L’Aquila. “La ricostruzione dell’Aquila e del cratere è una questione nazionale. Chi se ne occupa come me, per far sviluppare il territorio e non per frenare, lo fa con la consapevolezza di lavorare per una questione che valica i confini locali. Altro che collegio elettorale”.
“La deputata Brignone ha mai messo piede a L’Aquila? Ha respirato l’aria che stiamo respirando dal 6 aprile? Lo sa quanti giovani cercano lavoro e quanti disoccupati e cassintegrati ci sono? È’ mai stata a Campo Imperatore e ad Assergi a parlare con gli operatori? Ha mai incontrato gli amministratori locali? O si è limitata a scopiazzare qualche velina inviata da chi sta comodamente a casa a pontificare?
Sì, mi occupo del mio collegio -prosegue la senatrice- dell’Aquila e dell’Abruzzo e continuerò a farlo, anche per difendere questo territorio da chi ogni tanto si alza la mattina e racconta di noi cose che non stanno né in cielo né in terra. Lobby ed interessi contrari a quelli di questa terra.
Forse la collega marchigiana non si è accorta che questo territorio sta cercando faticosamente di recuperare non solo il patrimonio edilizio e culturale, dopo il terremoto, ma che ce la sta mettendo tutta per dare una spinta alla sua economia e al rilancio delle attività produttive.
Valorizzare il Gran Sasso equivale a far vivere la nostra montagna, ad attrarre turismo, non solo montano ed invernale, a dare una boccata d’ossigeno alle attività produttive e agli operatori economici.
Il Piano d’area del Gran Sasso prevede progetti importanti, la ristrutturazione dell’albergo storico e dell’ostello di Campo Imperatore; le opere di urbanizzazione primaria come fogne, illuminazione, acqua e depuratore; la sostituzione delle Fontari; il ripristino ambientale del vecchio tracciato Fontari; la cabinovia di collegamento Fossa di Paganica-Scindarella; la seggiovia Fossa di Paganica; la cabinovia Montecristo.
Un piano approvato dal Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, che tiene conto dello sviluppo sostenibile della montagna, come d’altronde è accaduto e accade in altre regioni d’Italia, che hanno fatto dello sviluppo della montagna il loro punto forte.
Non è impedendo l’ammodernamento degli impianti sciistici che risolleveremo le sorti di questo territorio e chi lavora e vive qui da anni ne è consapevole. Impedire la realizzazione del progetto forse risponderà a logiche partigiane, che di certo non hanno a cuore lo sviluppo del nostro territorio”.