Ristrutturazione esterna ed interna degli edifici e del giardino terrazzato, nuovo impianto di illuminazione e restauro dell’apparato decorativo in pietra, stucco, delle pitture e degli affreschi delle pareti interne. La Giunta municipale ha approvato oggi il progetto esecutivo per il recupero e la rifunzionalizzazione del Castello Della Monica. Il progetto è finanziato con fondi Fas e l’intervento è stato possibile grazie alla costituzione di un Accordo di Programma Quadro tra Regione Abruzzo, Comune di Teramo, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e Ministero dello Sviluppo Economico.
Per la destinazione dell’opera restaurata, così come suggerito dal critico d’arte Philippe Daverio nel corso delle sue visite a Teramo, si pensava di realizzare un Laboratorio della Fantasia. Si conclude così l’itinerario di recupero e riqualificazione, il famoso progetto Cult, finalizzato al recupero funzionale e allo sviluppo culturale-turistico di siti cittadini, avviato dalla Giunta Chiodi e poi proseguito dall’amministrazione Brucchi.
Il Castello Della Monica è unicum architettonico nel panorama nazionale per la sua specificità progettuale. Realizzato come dimora personale dall’artista teramano Gennaro della Monica (architetto, scultore e pittore, vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento, del quale il Castello ha assunto anche il nome) è collocato sul piccolo colle di San Venanzio, poco distante da Piazza Garibaldi.
La costruzione è iniziata nel 1889 e si compone di due edifici secondari che, insieme al corpo principale, formano un vero e proprio borgo di sapore medioevale che, oltre al Castello e ai due edifici a valle, comprende una dipendenza di servizio e dei giardini a terrazzo. Il Castello è stato eretto sul sito dell’antica chiesa di San Venanzio (ridotta dai francesi a polveriera) della quale sono stati riutilizzati materiali di costruzione ed elementi decorativi. L’interno del castello è ricco di affreschi che ritraggono paesaggi e non solo, opere della mano di Gennaro della Monica, che ha dipinto ogni tipo di particolare.
Della Monica abitò nel Castello e vi collocò il suo studio, dove raccolse una mole enorme di appunti, studi e disegni, realizzati nel corso dei lavori di completamento degli interni e dell’intero complesso. A partire dal secondo dopoguerra, il Castello è stato sempre più circondato dalle abitazioni che ne hanno occultato il profilo, fino a renderlo poco visibile.