Pescara. E’ bufera tra i gestori dei locali in merito all’ordinanza anti-slot finalizzata al contrasto del gioco d’azzardo patologico, che sbarca anche al Comune di Pescara, dove nel è stata disposta una limitazione degli orari consentiti per l’attivazione delle slot machine all’interno degli esercizi commerciali che le detengono.
Sono escluse dalle limitazioni imposte dall’ordinanza le autorizzazioni ex articolo 88 del TULPS, le sale gioco propriamente dette, poiché esiste già una normativa statale che riguarda questo specifico settore. Per tutti gli altri vale l’ordinanza in questione ed è prevista una multa da 25 a 500 euro per coloro che non rispettano gli orari stabiliti.
“Non solo la limitazione degli orari, ma anche la sensibilizzazione sul gioco responsabile” ha sottolineato la consigliera Daniela Santroni, che ha sottolineato come, al di là del discorso della limitazione, è fondamentale la prevenzione alla ludopatia, che pone la città di Pescara ai primi posti in Italia per il consumo di giochi d’azzardo.
Un primato poco lodevole, le cui ‘colpe’, comunque, non sono certo da imputare alle slot machine in quanto tali. E’ questo infatti il fulcro delle argomentazioni poste dai gestori dei locali, colpiti su una buona fetta di clientela dal provvedimento in questione. “Il provvedimento”, hanno sostenuto i gestori dei bar e dei locali, “ci sembra illogico, in quanto è limitato solo alle slot machine. Il gioco compulsivo infatti non è dovuto solo alla macchinette e poi chi gioca, se trova chiuso a Pescara, andrà a Villa Raspa, a Francavilla, nelle località vicine. Il problema quindi non si risolve”.
Effettivamente, la storia insegna che il proibizionismo nei vari ambiti non risolve il problema, che, in questo caso, ha radici profonde. D’altro canto, il Comune sottolinea la necessità di porre un freno alla situazione attuale, che registra costi socio sanitari altissimi per la cura della ludopatia e stima sui 4000 euro la spesa media annua del giocatore compulsivo.
Il sindaco, Marco Alessandrini, ha anche posto in evidenza che offrire dei ‘diversivi’, dei modi alternativi di trascorrere la serata attraverso la promozione di eventi è stata un’azione che ha voluto indirizzarsi anche in questo senso, ma che chiaramente non va a risolvere il problema. “Materia passata diverse volte nella competente Commissione, che pone regole che probabilmente non risolvono il problema della dipendenza da gioco d’azzardo, ma che pongono un freno o, quantomeno, propongono un agire scevro da fattori patologici, come abbiamo cercato di fare anche attraverso le iniziative di intrattenimento fin qui promosse, Notte bianca non esclusa” ha affermato il sindaco.
L’ordinanza prevede che gli esercizi commerciali forniti di slot machine possano attivarne l’utilizzo dalle ore 9:00 alle ore 12:00 e dalle ore 18:00 alle ore 23:00. Una provvedimento tampone non risolutivo, che anzi solleva un altro problema:
“Il provvedimento”, ha fatto notare il titolare di un bar pescarese, “avrà delle ricadute anche sul fronte occupazionale, perché interessa un terzo della fascia oraria e quindi se ho venti dipendenti, significa che 6 o 7 perderanno il lavoro”.
Puntare sulla prevenzione della ludopatia è quanto affermano Santroni e il presidente delle Politiche sociali, Tonino Natarelli “Proveremo anche attraverso il coinvolgimento delle scuole, per lanciare un marchio ‘no slot da mettere negli esercizi che dicono no alle macchinette. C’è una legge regionale in via di definizione e ci collegheremo con tutte le iniziative di sensibilizzazione collaterali da fare sul territorio” ha affermato Santroni.
“L’ordinanza mette ulteriori regole sul territorio, che danno voce alla priorità di intervento e che verranno supportate anche da altre iniziative di sensibilizzazione” ha assicurato Natarelli.