Fiore all’occhiello della discussione la proposta di delibera di bilancio sottoscritta dal binomio Chiavaroli-Sospiri che vieterebbe proprio l’analisi degli emendamenti del bilancio stesso.
La minoranza lamenta nel corso della seduta unl tranello che i due avrebbero studiato ai danni dell’opposizione, una volontà diretta a porre un freno al lungo confronto sugli emendamenti che potrebbe altresì trasformarsi, in un “mercimonio”, termine usato dal duo accusato di autentico golpismo. Unico fine della minoranza, secondo il duo, ottenere l’approvazione di qualche emendamento per farsi forti agli occhi dell’opinione pubblica.
“Un’ostruzione, – a detta della minoranza di centro-sinistra-, dettata dalla gestione fallimentare di un’amministrazione incapace di governare prima e priva dei numeri ora”.
Si rivendicano le glorie passate, il centro sinistra chiede ai consiglieri di far mente locale a quando a governare erano proprio loro, imbattutisi non in 600 emendamenti, quanti sono gli attuali presentati, ma in 1400 sottoposti a consiglio nel bilancio 2009 dove dalla parte dei vinti siedeva l’attuale maggioranza.
Definiscono l’attuale comportamento puerile e sconcertante, un bavaglio anti democratico che ignora il contenuto di atti fondamentali del Comune di Pescara.
Dopo la pausa pranzo, le menti non sembrano essersi rasserenate: la Chiavaroli propone che gli emendamenti vengano solo presentati e non discussi, ma l’opposizione va dritta per la sua strada.
Di qui una nuova pausa trasformatasi poi in una vera e propria discussione di vertice dei capigruppo, vertice andato avanti per oltre due ore senza giungere a risultato concreto.
Dopo solo un giorno l’accordo sembra ancora un lontano miraggio, soluzioni all’orizzonte inesistenti, rottura ferrea, salda e compatta.
Monica Coletti