Montesilvano. All’indomani della prescrizione per gli imputati al processo sul concorso truccato al Comune di Montesilvano, arrivano le reazioni degli avversari di Cordoma e gli altri esponenti del centrodestra usciti indenni dal procedimento: “Non è un’assoluzione”.
“Vale per D’Alfonso e Cantagallo come per Sospiri e Cordoma, la prescrizione non equivale all’assoluzione”. Cosi’ il segretario provinciale del Prc di Pescara, Corrado Di Sante, sulla decisione del Tribunale del capoluogo adriatico che lo scorso 6 luglio ha dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di tutti gli imputati e per tutti i reati relativamente al processo su presunti concorsi truccati al Comune di Montesilvano.
“Se il nostro ordinamento grazie alle leggi vergogna di Berlusconi prevede tempi di prescrizione brevi che consentono di sottrarsi al giudizio – afferma Di ante – questo non implica che i politici inquisiti possano considerarsi immacolati. L’imputato puo’ rinunciare alla prescrizione e se si tratta di un politico che gestisce la cosa pubblica avrebbe il dovere morale di farlo. Se si ricorre alla prescrizione – questo il commento del segretario di Rifondazione – si decide sostanzialmente di evitare di dimostrare la propria innocenza o la non sussistenza del reato. Per il prescritto dal punto di vista politico vale la ‘presunzione di colpevolezza’ perche’ una persona che ricopre cariche pubbliche dovrebbe sentire il dovere di dimostrare la propria innocenza e non avvalersi della scadenza dei termini per sottrarsi di fatto al giudizio”, conclude Di sante.