Chieti. “Spento il rogo e dissolti i fumi dell’incendio della discarica a Colle Marcone, augurandomi che non vi siano problematiche postume per le persone, confido nel fatto che non si dissolva l’ondata di sdegno e rabbia che ha colpito molti cittadini e che si trasformi nella consapevolezza che Chieti ed il suo circondario ha la necessità di mettere un punto fermo alla questione rifiuti”.
Così in una nota Sergio Montanaro di Casale Futuro, che aggiunge: “Mi auguro che questa consapevolezza generata dalla brutta vicenda riesca a far comprendere il problema nella sua interezza. Il problema rifiuti nel circondario di Chieti è complesso e si intreccia con le problematiche ambientali che ben sono descritte e documentate in via ufficiale nel “Piano Regionale per la Tutela della Qualità dell’Aria” tuttora vigente e non solo. L’area interessata dall’incendio è insistente geograficamente su quella della Val Pescara già a suo tempo evidenziata per le criticità dell’area. Criticità evidenziate nella parte della “Valutazione di sintesi a scala regionale” dove a seguito di una analisi conoscitiva a livello regionale si evidenzia chiaramente la situazione specifica, contrariamente al resto della regione, dell’area Chieti-Pescara (pag.12) con particolare attenzione ai livelli di benzene, e dalla specifica descrizione di una “zona di risanamento metropolitana Chieti-Pescara” (pag.161). A questi problemi sulla qualità dell’aria si sommano quelli derivanti dal numero di siti per il trattamento dei rifiuti e il numero delle discariche distribuite nel circondario. Non dimentichiamo che anche il numero e soprattutto la criticità delle discariche presenti nella nostra zona ha reso possibile alla UE di multare l’Italia per la gestione dei rifiuti. Quindi proprio per la concomitanza di tutti questi problemi è necessario che non scenda l’attenzione delle persone. É il momento che la Regione Abruzzo e l’Assessore Mazzocca decidano di mettere in moto le procedure per una moratoria sul sistema dei rifiuti, il rilascio delle autorizzazioni per nuovi siti di lavorazione e soprattutto che si incrocino tutti i dati relativi al settore per verificare l’esatta entità delle necessità impiantistiche per l’erogazione del servizio nel rispetto delle norme e soprattutto dell’ambiente e delle persone. A questo punto ritengo necessario che si formi un comitato indipendente e forte sul territorio per il numero degli aderenti, che si faccia carico ulteriormente di questa battaglia ormai irrinunciabile e avviata da tempo da altri ma in maniera spuria. Un comitato di persone indipendenti che adotti il metodo della pressione politica sui rappresentanti territoriali eletti e anche su chi in ogni caso è sempre espressione del territorio teatino, e a cui, politicamente parlando tanto devono, anche ai massimi livelli istituzionali. Ognuno, in maniera coordinata, si attivi per contribuire ad un possibile risultato positivo. La necessità è quella di mettere insieme delle personalità e professionalità indipendenti che insieme possano contribuire al miglioramento delle proposte per la gestione dei rifiuti collaborando con gli Enti preposti a tale regolamentazione. E per questo si rende necessaria una moratoria che cristallizzi la situazione. E la politica deve fare un passo indietro nei confronti delle azioni dell’eventuale comitato, mettendosi sì a disposizione, ma evitando ogni azione di ingerenza e tentativo di guida. Evitando di trasferire all’interno delle discussioni diatribe politiche su questioni sì importanti come la ricerca delle responsabilità, ma che ora, allo stato dei fatti, attengono ad altri organismi. É il momento di non disperdere quelle energie che si sono manifestate e coagulate a causa di quel maledetto rogo. Ci sarà bisogno di persone volenterose e dedite al lavoro”.
“Di chiacchiere se ne sono già fatte tante nel tempo – conclude Montanaro – e nella direzione positiva del lavoro dei comitati in questa area non mancano gli esempi positivi, come il “Comitato Ambiente Valpescara”. Per evitare altri episodi simili che bisogna lavorare ricercando soluzioni e contribuendo al miglioramento dello smaltimento dei rifiuti non solo urbani. Evitando però il consumo dissennato di territorio e l’utilizzo di parti pregiate di esso per soddisfare appetiti di singoli. Cercando di portare il sistema ad essere remunerativo anche per i cittadini, almeno per quelle categorie di imballaggi, tipo la plastica ed il vetro, che potrebbero essere riciclate in maniera economicamente valida e contribuire anche al bilancio delle famiglie. Come avviene in altre aree”.