L’Aquila. ‘Rispondo a Massimiliano Marifiamma, Direttore di Apindustria, sperando che dal suo “violento” intervento nei nostri e nei miei confronti possa scaturire un dibattito politico, così come sembra finalmente si sia riusciti (anche se molti ancora tacciono) a fare per quanto riguarda lo Sviluppo Turistico del Gran Sasso.
Dunque Massimiliano Marifiamma, cha ha eredito dal padre la Direzione di Apindustria, nella mia visione rappresenta un pezzo non trascurabile di quella che dovrebbe essere la classe dirigente della Provincia e della Città’, lo dichiara il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente.
‘Mi chiedo allora come possa essere così superficiale nel dare giudizi, leciti per un cittadino qualsiasi al quale non si chiedono approfondimenti e responsabilità, ma non per chi ha responsabilità.
Se ci dovrà essere un aumento delle tasse sarà perché per un errore ministeriale, ripetuto da tre anni nei confronti del nostro Comune, viene applicato in modo sbagliato il patto di stabilità ed il patto di solidarietà.
Lo abbiamo spiegato, soprattutto l’Assessore De Santis, in modo molto preciso: vi è rispetto allo scorso anno un buco di oltre 7 milioni di euro nel trasferimento delle risorse dallo Stato, che non potrà essere completamente coperto neanche con l’aumento delle imposte, che al Marifiamma ricordo essere ad oggi le più basse tra tutte le città capoluogo’, insiste Cialente.
‘Tasse che i Governi impongono assegnando il ruolo di gabellieri agli Enti Locali.
Se si leggessero gli articoli e non solo i titoli dei giornali se ne avrebbe contezza e consapevolezza.
Si eviterebbe così anche di scivolare su frasi da Bar dello Sport, quali la revisione della spesa (già ridotta all’osso), o chiacchiere sull’immenso patrimonio oggi assolutamente indisponibile da mettere in vendita.
E’ proprio vero: le scorciatoie e le semplificazioni non portano da nessuna parte se non a fare bella figura al bar.
Ma l’intervento di Marifiamma pone, sebbene confusamente, la questione delle prospettive e delle strategie del territorio.
Colpisce che un esponente della classe dirigente non intervenga e non conosca, perché completamente disinformato, sul Piano Strategico, redatto nel 2008 e ribadito nel 2012, ormai condiviso se non altro dal Consiglio Comunale e che ricalca lo studio OCSE e lo studio Calafati’, evidenzia il primo cittadino aquilano.
‘Lavoro che si è tradotto in tre contratti di sviluppo, in 40 milioni nel rilancio dello sviluppo del Gran Sasso, in 15 milioni per la Pista Ciclabile, in 260 milioni per altri interventi di attrazione per nuove imprese, sulle quali si sta lavorando con Invitalia, nell’offrire centinaia di alloggi agli studenti universitari.
Progetto non racchiuso nel solo Capoluogo, ma nel rilancio dell’intero comprensorio.
Preoccupa che il Direttore di Apindustria non sappia di imprese che vogliono aprire qui e non conosca lo sforzo, coronato spesso da successo, portato avanti dalla politica per salvare e rilanciare le imprese in crisi.
Sono d’accordo che “occorrerebbe una qualificazione di politici e burocrati comunali che invece, a differenza dei professionisti e delle imprese coinvolte nella ricostruzione dagli stessi additate, non sono mai sottoposti ad alcun vaglio o a una certificazione delle competenze”, afferma ancora Cialente.
‘Ebbene, voglio ricordare a Marifiamma che in questi anni tutti i politici, ogni giorno al centro dell’attenzione della stampa che ne riferisce alla città azioni ed omissioni, si sono sottoposti al giudizio degli elettori, ai quali hanno mostrato ciò che hanno fatto e ciò che vogliono fare.
Chiedo a Marifiamma quali risultati di attrazione di imprese oggi possa portare e a quali esami egli si sia sottoposto negli ultimi 15 anni.
Non si è classe dirigente per asse ereditario o per grazia ricevuta.
Se questi interventi sono legati a velleità politiche, consiglio all’amico Massimiliano di procedere con metodo cominciando a studiare, studiare, studiare’, conclude.
Blundo: ‘Potenzialità turistiche non si limitino ai soli sciatori’
“Continuare a proporre un modello di sviluppo turistico esclusivamente fondato sullo sci invernale e che comporti il complessivo rifacimento degli impianti obsoleti di M. Cristo, caratterizzati ormai da percentuali basse e instabili di innevamento, nonché il loro pericoloso e costoso collegamento con l’area della Scindarella, significa avere una visione miope e sbagliata delle potenzialità turistiche del Gran Sasso e della nostra Regione ”. A dichiararlo la Cittadina al Senato del M5S Enza Blundo.
“Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale del Gran Sasso – continua l’esponente penta stellata – non possono e non devono limitarsi ai 60.000/70.000 sciatori della breve stagione invernale, ma devono essere sfruttate in un’ottica integrata, capace di valorizzare l’area per tutto l’anno nelle sue peculiarità e valori, nel rispetto delle normative nazionali ed europee poste a tutela delle specie e degli ecosistemi”.
“Insieme all’Ente Parco e agli altri soggetti qualificati combatteremo ogni devastante e illegale proposta, lavorando ad una valorizzazione più ampia dell’intero territorio. Occorre infatti perseguire un’alternativa verde, basata su piccoli investimenti diffusi, a vantaggio di un turismo moderno, di qualità, basato sui valori naturali unici del “cuore verde” d’Europa. Attraverso la conversione in chiave ecologica dei complessi turistico – sciistici, l’attuazione di estesi interventi di risanamento e rinaturalizzazione del territorio si potrebbe finalmente sviluppare un turismo indipendente dalla presenza di neve sulle piste, in grado di rivitalizzare l’economia dell’area in modo durevole, fornendo lavoro a decine di migliaia di persone per decenni e migliorando la qualità del nostro preziosissimo ambiente naturale” – conclude Blundo