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Pescara, quote rosa. Adele Caroli replica a Santilli

Pescara. “Le quote rosa non sono né di destra né di sinistra, ma semplicemente una questione di civiltà. Io so bene da che parte stare e da che parte sto”. È la replica del consigliere comunale Adele Caroli alle dichiarazioni del consigliere Gianni Santilli sulle quote rosa al Comune di Pescara.

Nella giornata di ieri, Adele Caroli ha, infatti, firmato la nota “Giù le mani dalle donne in giunta” assieme ad alcuni consiglieri del Partito Democratico. Da qui il commento di Santilli, che ha chiesto al consigliere di dichiarare le sue preferenze in termini di schieramento politico.

Ma la Caroli punta il dito sul concetto alla base della protesta, che non si contraddistingue, nella sua opinione, per colore politico. Idea condivisa anche dalla Commissione Pari Opportunità del Comune, che proprio stamattina avrebbe affermato: “La proposta di abolire le quote rosa è contraria allo sviluppo di una società moderna e civile”.

“Torno a ribadire di sapere” ha pertanto concluso Adele Caroli “da che parte sto, quali sono i miei obiettivi, gli ideali e le idee che mi spingono a fare politica attiva ogni giorno per il centrodestra. Le quote rosa non sono un argomento che può essere strumentalizzato per meri fini politici, ma un passo verso la creazione di una società meritocratica, civile e moderna”.

L’intervento di Federica Chiavaroli, presidente della Commissione Statuto. “Quando ho assunto la presidenza della Commissione Statuto ho subito annunciato la volontà di riaprire un dibattito culturale sulle cosiddette “quote rosa’”, aspettando che i tempi fossero maturi. Oggi, purtroppo, tale dibattito è stato semplicemente strumentalizzato e trascinato in una sterile polemica alla quale non intendiamo prestarci. Già otto mesi fa  ho ventilato la volontà di riaprire un dibattito di tipo culturale sul ruolo della donna, sulle condizioni per cui il genere femminile possa avere pari dignità, opportunità e pari rappresentanza rispetto all’uomo nel vivere sociale, nella politica, nel mondo del lavoro, una rappresentanza che non dev’essere casuale, ma meritata e mirata. Purtroppo le assurde polemiche innescate da tale dibattito, in realtà mai aperto, hanno dimostrato che i tempi non sono ancora maturi, pur trattandosi di una tematica e di una problematica tanto rilevanti, che di fatto coinvolgono tutti, uomini e donne. Ma se non sono maturi e adeguati i tempi per aprire e affrontare un dialogo di tipo culturale, tanto meno ritengo opportuni i tempi per lasciare trascinare l’amministrazione comunale e la maggioranza di governo in una diatriba di stampo puramente politico che ritengo assolutamente inadeguata e chiaramente strumentale. Le quote rosa sono segno di civiltà, così come lo sono però anche la disponibilità al confronto democratico e alla riflessione collettiva per costruire una società che sia veramente segno del cambiamento dei tempi, in cui la donna possa trovare il proprio spazio non perché sia previsto da una norma, ma piuttosto per meriti e maggiore adeguatezza in quel ruolo rispetto a un competitor uomo”.