Chiudono gli sportelli per 14 filiali di Banca Popolare, i correntisti hanno deciso di andare altrove: ecco quali sono i motivi.
Quando parliamo di banche popolari ci si riferisce a quegli istituti finanziari che sono regolati dagli articoli 29, 30, 31 e 32 del Testo Unico Bancario (TUB), formati sotto forma di società cooperativa, che generalmente sono attive all’interno del mercato nazionale bancario lasciando gli investimenti esteri ad altre aziende di credito.
Fin da quando sono entrate in scena, le banche popolari hanno mostrato una particolare attenzione nello sviluppo del territorio e nell’impiego sociale verso la comunità a cui fanno riferimento, adottando un modello di business incentrato sui rapporti con le famiglie e piccole imprese. Questo ha determinato un netto allargamento della propria base sociale nel corso degli anni, ma anche l’espansione di attività e nascita di grandi gruppi bancari nazionali controllati da altre banche popolari.
In molti però sono rimasti spiazzati dalla notizia ufficiale che ha portato una Banca Popolare a cedere 14 filiali. La comunicazione è arrivata negli ultimi giorni, in cui è stato rivelato che l’operazione si è conclusa con successo proprio durante i primi giorni di dicembre 2024. Ciò, di conseguenza, ha portato i correntisti ad emigrare altrove.
È stato comunicato ai correntisti, e a tutti gli utenti, che la Banca Popolare di Puglia e Basilicata, con decorrenza 7 dicembre, ha ceduto 14 filiali nel Centro-Nord Italia a Banca Desio per 21,7 milioni di euro. Come esplica il comunicato ufficiale, la migrazione informatica si è conclusa nel modo migliore e non ci sono stati intoppi durante l’operazione.
Entrando nel dettaglio, l’azione, che va a rafforzare il prodotto bancario lordo del Gruppo brianzolo, ha riguardato 14 filiali con 76 dipendenti delle regioni Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte e Veneto; ma anche un prodotto bancario lordo di circa 870 milioni di euro e un portafoglio di circa 17mila clienti, insieme alle relative passività e attività, compresi dei rapporti con i giudici.
Si tratta dell’ennesima mossa strategica del Banco Desio, che vanta quasi 300 filiali operative attualmente in Italia. Un percorso di continua crescita sul territorio che, dal 2019, vuole imporsi sulle concorrenti. In passato si erano già viste le incorporazioni di Popolare di Spoleto e l’integrazione ci circa cinquanta filiali tra Banco di Sardegna ed ex Carige e l’acquisto di Dynamica Retail.
Tale operazione portata a termine da Banco Desio si va a inserire all’interno della strategia delineata nel Piano Industriale 2023-2025, che è stato approvato nel dicembre 2023 dal Consiglio di Amministrazione. Una strategia incentrata nel voler rifocalizzare le attività della banca su territori con vocazione storica e coerenti con lo sviluppo industriale.
Un altro obiettivo è quello di rafforzare il patrimonio ancora di più grazie alla riduzione degli RWA, con un aumento del CET1 stimato in più di 120 punti base. Tra gli scopi anche quello di ottimizzare il reimpiego delle risorse liberate e investirle in nuove opportunità di business.
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Nello stesso identico modo, la banca in questione si pone la volontà di eliminare i rischi a lungo termine sulla gestione di un ramo aziendale al di fuori della strategia “core”. Tutti questi motivi la stanno spingendo a muoversi all’interno del mercato.