L’Aquila, lettera aperta dell’Assessore Giorgi sull’occupazione

ermanno_giorgiL’Aquila. In seguito all’incontro tra il candidato alla Presidenza della Provincia Antonio Del Corvo ed il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi, l’assessore al Lavoro della Provincia de L’Aquila, Ermanno Giorgi, sceglie di intervenire.

Tema di discussione sono la questione occupazionale, gli ammortizzatori sociali in deroga ed il potenziamento dei Centri per l’Impiego.

Argomenti sui quali sia Del Corvo che Sacconi intendono riporre la massima attenzione.

“Nell’auspicio che l’attenzione sulle questioni occupazionali non venga mai a diminuire” scrive Giorgio nella sua lettera aperta “mi permetto di suggerire al Ministro ed al Candidato Presidente qualche breve considerazione. Del resto, la presente nota non è e non deve essere letta come un atto di presunzione, è solo che, anche a voler prescindere dalla competizione elettorale, negli ultimi sei anni il sottoscritto e i Centri per l’Impiego che rappresento non ce ne siamo stati a mano tesa ad aspettare fondi e/o risorse e, quindi, di occupazione ce ne siamo occupati”.

Relativamente alle agevolazioni, alle assunzioni ed agli ammortizzatori sociali in deroga, l’assessore spiega che già da qualche mese si parla di futuri bonus assunzionali da parte della Regione.

“Considerato che ci sono aziende pronte ad inserire stabilmente in organico lavoratori svantaggiati e disoccupati di lunga durata, sarebbe opportuno che tra la notizia pubblicata sui giornali e la concessione dei contributi vi fosse un lasso di tempo quantomeno accettabile in modo tale da non generare inutili attese ed aspettative. Tuttavia, a tale proposito, la Regione ha inteso dividere i circa 20 milioni di euro a disposizione, equamente, per le quattro province. Forse sarebbe stato facilmente comprensibile da parte delle altre province abruzzesi una maggiore concessione nei confronti della Provincia colpita dal sisma la quale, anche in tema di ammortizzatori sociali in deroga, fruisce delle stesse identiche misure, sia in termini di durata che di tipologia di ammortizzatore, delle altre province abruzzesi. E’ vero che per la zona del cratere è stato dato un finanziamento cospicuo, ma è altrettanto vero che le aziende e i lavoratori abruzzesi, in tema di ammortizzatori sociali in deroga, hanno tutti lo stesso trattamento, nonostante a L’Aquila ci sia un’intera zona della città, quella del centro storico, che avrebbe la necessità di poter fruire di periodi assai più lunghi di ammortizzatori sociali in deroga”.

Giorgi aggiunge poi che l’area del cratere comprende circa 900 aziende che fruiscono degli ammortizzatori in deroga, “aziende che prima del 6 aprile scorso operavano in piena occupazione: questo fa un terremoto. Peraltro, come il Ministro e lo stesso Del Corvo certamente sapranno, ricollocare un lavoratore del settore commercio che ha una dote di mobilità pari a 6 mesi, è cosa ben più ardua rispetto a ricollocare coloro i quali di mobilità ne hanno a disposizione per circa due o tre anni. Poi, diciamo la verità, L’Aquila prima ancora del sisma era un territorio fortemente compromesso e, dopo il 6 aprile, lo è ancora di più. Quindi, è legittimo pensare di potenziare gli assistenzialismi e le strutture istituzionali, ma lo è ancor di più ipotizzare un sistema di agevolazioni fiscali tali da poter attrarre i veri interlocutori della vicenda occupazionale, ossia le aziende”.

Il riferimento è alla Zona Franca “della quale si parla con toni e sfumature assai confuse e sulla quale, invece, occorrerebbe maggiore precisione e certezza”.

Secondo l’assessore Giorgi, concedere contributi di circa 12mila euro per ogni lavoratore alle aziende è una buona iniziativa, “ma lo sarebbe ancor di più se si creassero i presupposti che leghino indissolubilmente le aziende ad un territorio e questo perché di mordi e fuggi ne abbiamo visti abbastanza”.

Per quanto riguarda, invece, il rafforzamento dei Centri per l’Impiego, “gli ex Uffici di collocamento sono oggi qualcosa di più grande rispetto al ruolo che gli era stato attribuito in passato. Dopo il 6 aprile 2009 l’utenza per tali strutture è aumentata in misura esponenziale pur nel mantenimento degli stessi livelli occupazionali del passato. Nei Centri per l’Impiego lavorano dipendenti sia a tempo indeterminato, sia molti giovani a tempo determinato, precari. Avremmo voluto stabilizzarli tutti, fruendo di quello strumento normativo che il Governo, dal 1 gennaio 2010, ha eliminato. Ma sulla questione precari e sui percorsi di inserimento stabile in organico non intendiamo arretrare di un passo. Sarebbe stato interessante cercare di comprendere dal Ministro come mai molti dei rapporti a tempo determinato e dei co.co.co. in forza presso Comune e Regione e legati alla gestione dei servizi di assistenza alla popolazione terremotata, siano senza limiti di durata o meglio sino alla durata dello stato di emergenza, mentre i precari dei CPI debbano, dopo due concorsi superati, vivere di proroghe semestrali. Ritengo che i servizi erogati dai CPI siano legati all’emergenza tanto quanto quelli erogati dalla SGE o da altre strutture di assistenza. Così come sono legati all’emergenza i servizi erogati dai Precari dell’Università e da quelli dell’Azienda Sanitaria locale. Pertanto chiedo al Ministro Sacconi e al candidato Del Corvo di prendere in considerazione questa eventualità e le proposte da noi presentate a novembre, concordate ed approvate dalle Organizzazione Sindacali, dalle associazioni di categoria, da quelle datoriali e dai Comuni e dalle Amministrazioni del cratere”.

Marina Serra


 

 

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