Chieti. “Ti vogliamo esprimere la nostra opinione in merito alla possibilità di creare un apparentamento con uno dei due candidati sindaco interessati al ballottaggio”.
Così in una lettera gli amici ed i sostenitori di Giustizia Sociale in una lettera inviata a Bruno Di Paolo dopo l’apparentamento del leader del movimento con il candidato di centrosinistra Luigi Febo.
“È fondamentale per noi che tu sappia che ti sosterremo qualunque decisione andrai a prendere e che potrai sempre contare sul nostro appoggio materiale e morale, sul nostro impegno e sulla nostra determinazione a portare avanti i principi alla base del lavoro profuso in questi anni da tutto il gruppo. Auspichiamo inoltre che l’apparentamento, qualora abbia luogo, sia ufficiale, secondo i termini previsti dalla legge e comunicato alla cittadinanza attraverso gli organi di stampa. In quest’ultimo caso speriamo però vivamente che il candidato sindaco che deciderai di appoggiare non sia Di Primio che per la sola sua condizione di indagato per corruzione non può rappresentarci e rappresentare l’operato delle persone di Giustizia Sociale che credono nei principi fondamentali di lealtà ed onestà. Da semplici cittadini abbiamo inoltre avuto modo di constatare il costante processo di degradamento e di impoverimento della nostra bellissima città nei cinque anni di governo del Sindaco uscente che speriamo vivamente abbia fine con un cambiamento radicale e con una scelta cosciente. Ti rimettiamo un elenco di dieci punti per i quali ti preghiamo di non appoggiare Di Primio e ci affidiamo alla tua esperienza, alle tua capacità di politico ed al tuo essere un cittadino onesto per decisione che sappiamo sarà quella più giusta per il futuro del nostro partito, della nostra città e dei nostri concittadini”.
Intanto per Giustizia Sociale questi sono i 10 motivi per dire no a Di Primio: ” Perché è indagato per corruzione e quindi moralmente impresentabile, soprattutto per noi di Giustizia Sociale che abbiamo nel dna la serietà, la correttezza, l’onestà e la moralità; perché chi ha già tradito politicamente sarà traditore a vita! Aver letteralmente sputato in faccia agli oltre 2500 elettori di Giustizia Sociale che, grazie a Bruno Di Paolo, cinque anni fa, gli avevano dato fiducia, rimarrà nella sua storia politica per sempre una macchia incancellabile; perché lascia in eredità una città sporca, deturpata nell’immagine, abbandonata a se stessa e nel più completo degrado; perché in questi cinque anni più e più volte ci ha fatto vergognare di averlo come primo cittadino. Ci ha fatto accapponare la pelle la pessima figura che ha fatto fare alla nostra città nella trasmissione l’Arena di Giletti, dove ha tentato “goffamente” di difendere l’Amministrazione per la vergognosa vicenda che ha visto protagonista il suo assessore Ivo D’Agostino arrestato e condannato per violenza sessuale; si è, inoltre, reso ridicolo non solo agli occhi dell’intera comunità teatina, ma anche davanti all’intera nazione, con il pignoramento del quinto dello stipendio per multe e tasse comunali non pagate; a dir poco imbarazzante poi la notizia riportata dai giornali del sequestro della sua auto da parte della Polizia Stradale per il mancato pagamento dell’Assicurazione; ancora, al limite della comicità lo sciopero della fame davanti a Palazzo Chigi annunciato ad oltranza ed invece terminato dopo appena 5 ore con una grande abbuffata in un famoso ristorante romano. E potremmo continuare… Perché in questi 5 anni della sua amministrazione ha determinato la morte di Chieti e della sua movida che a fatica ha tentato di tenersi a galla con rari eventi organizzati su iniziativa perlopiù degli stessi cittadini. Totale è stata la noncuranza e la disattenzione verso le esigenze dei giovani e meno giovani della città, costretti ad andare fuori in cerca di una fonte di divertimento. Ancora più evidente la mancanza di attenzione nei confronti della nostra Chieti Calcio e, soprattutto, dei suoi tifosi considerato che non è stato capace di trovare uno sponsor di livello per dare sostegno economico alla società. La nostra squadra oggi, completamente abbandonata dall’amministrazione comunale, gioca in una categoria non consona alle sue vere e storiche tradizioni e Di Primio se lo porterà in eterno sulla coscienza. Perché in questi 5 anni abbiamo assistito ad uno spaventoso innalzamento del numero dei locali e delle attività commerciali chiusi a causa della tassazione troppo alta. La proliferazione di grandi centri commerciali, da ultimo l’idea di costruire Megalò 3, ha frenato, in maniera incisiva, la propensione e la volontà da parte dei nostri concittadini ad intraprendere nuove attività commerciali nella zona del centro. Perché in questi 5 anni è stata completamente assente l’attenzione dell’amministrazione nei confronti del decoro e del prestigio della nostra storica città lasciandola nella più totale indifferenza ed assistendo inerme al processo di degrado e di abbandono del nostro arredo urbano. Molteplici sono stati, infatti, gli episodi di imbrattamento e danneggiamento dei palazzi e dei monumenti di elevato interesse storico-culturale lasciati impuniti. Perché in questi 5 anni non è stata messa in opera nessuna azione concreta per dare un reale segnale di svolta per arginare il grave problema dell’alto tasso di disoccupazione presente in città. Nessuna attenzione ed impegno tangibile è stato poi rivolto nei confronti della costante ed incessante scomparsa della nostra zona industriale, fiore all’occhiello della produttività abruzzese. Solo parole… Perché in 5 anni non è riuscito a trovare una soluzione all’annoso problema dei parcheggi a Chieti e soprattutto perché è responsabile della più brutta immagine che Chieti da agli occhi dei visitatori: Piazza San Giustino, la nostra piazza principale, patrimonio culturale di tutti i cittadini, inondata di macchine. Una vergogna della quale Di Primio è rimasto silenziosamente consenziente. Perché in questi 5 anni è stata completamente assente una politica di incentivazione e di sviluppo del turismo a Chieti; turismo che avrebbe già potuto diventare il primo indice di benessere e la prima risorsa economica cittadina se affidato ad agenzie specializzate e non lasciate alla gestione di improvvisati ed inesperti funzionari di palazzo. Ma soprattutto perché è stato il peggior sindaco che Chieti abbia mai avuto”.