Chieti. “Di grande attualità torna ad essere oggi il tema che ormai da quasi un paio d’anni, ciclicamente, rappresenta uno dei capo cardine dei discorsi cittadini”.
Così in una nota congiunta il candidato sindaco Bruno Di Paolo, segretario politico di Giustizia Sociale e la candidata al Consiglio Comunale Serena Tacconelli, che aggiungono: “Nell’ottobre del 2013, quando la macchina organizzativa delle votazioni amministrative era ancora in fase embrionale, a tenere banco era la discussione in merito alla così detta Movida Teatina. Gruppi di laboriosi e volenterosi ragazzi che investirono il loro lavoro per creare alternative ricreative e giovani, alla desolazione della città, tra i vicoli e nelle storiche piazze. Quasi due anni sono passati da quel nostro primo articolo e la domanda è sempre la stessa: si è mai chiesta l’opinione dei giovani? No, non ancora e quello che si continua a fare è solo sterile polemica. La realtà dei fatti è che la città c’è e risponde a flotte quando viene chiamata a reagire! La voglia di rivalsa collettiva passa anche attraverso questo. Tutto ciò è emblematico del fatto che è forte il desiderio di ribellarsi, di distrarsi, di godere della città, di vederla nuovamente viva anche solo per una sera, anche per una sola settimana di eventi. Ma accanto alla più che lodevole voglia di dare una svolta positiva da parte dei giovani imprenditori e delle organizzazioni che sono nate a questo scopo, c’è la scarsa capacità amministrativa di gestire un numero così alto di persone riunite per finalità ricreative. Il problema, sorto in maniera evidente soprattutto nell’ultima affollatissima edizione di Maltattack, degli orinatoi a cielo aperto, della mancanza di gabinetti chimici, della sporcizia diffusa, della completa assenza di punti di raccolta dei rifiuti, dell’assoluta latitanza di forze dell’ordine, della scarsa tutela del bene pubblico e dell’insufficiente garanzia di servizi utili al cittadino, come ad esempio la chiusura della scala mobile del Teate Center, deve essere analizzato, studiato a tavolino e, soprattutto, gestito. Non vorremmo certamente assistere alla triste chiusura di questo, ancora breve, capitolo positivo della vita sociale della città, alla stregua di quanto già accaduto con lo Stellario. La problematica di conciliare le diverse esigenze dei cittadini non può essere lasciata al caso, non può essere lasciata latente e certamente non si risolverà autorizzando altre manifestazioni, incentivando la più che positiva apertura di nuovi locali o di nuove associazioni socio-culturali. Il problema deve essere gestito. Rimarcando quanto già espresso in altri nostri interventi, il patrimonio umano della città è troppo spesso sottovalutato. I ragazzi che chiedono a gran voce un cambiamento, sono gli stessi che potrebbero essere parte del cambiamento”.
“È da loro, dalle loro idee e dalle loro opinioni, appunto, che la città deve ripartire – concludono Bruno Di Paolo e Serena Tacconelli – certamente nulla si può contro l’inciviltà e la maleducazione ma vivendo e leggendo di altre realtà positive e di successo simili alla nostra, evidentemente qualcosa si può fare per arginare, quanto meno, gli aspetti più problematici della questione. La macchina amministrativa alla base, od anche semplicemente a sostegno, di iniziative pubbliche e private non deve, non può, presentare mal funzionamenti. No se l’obiettivo è la crescita economica collettiva, no se vogliamo assistere al sorgere di altre realtà commerciali, no se vogliamo tornare a vedere, sempre più spesso, la nostra città rispondere. È di Movida Educata che questa volta dobbiamo parlare, educata nel significato proprio del termine, educata per le persone che vi partecipano, educata, o meglio, organizzata, per chi, fra pochi giorni, sarà chiamato a governarci”.