Chieti. “Dopo otto mesi l’elefante ha partorito un topolino. Veramente paradossale la vicenda sulla definizione della perimetrazione del Parco della Costa Teatina dove si apprende che è stata ridotta addirittura di un terzo portandola da circa 30.000 a solo 10.000 ettari. Ma ancora più assurdo è il metodo di imposizione portato avanti dallo stesso Commissario De Dominicis nel lavoro di redazione della perimetrazione stessa, escludendo quasi completamente i veri portatori di interesse”.
Questo il commento del Presidente della Commissione vigilanza e consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo all’indomani della presentazione dei confini del Parco Teatino alla Presidenza del Consiglio.
“Più volte – spiega Febbo – ho sollevato dubbi e perplessità sul metodo di lavoro e sull’assenza di confronto. Tutt’oggi, a iter concluso, è vietato conoscere il vero autore della perimetrazione ma come mai, tirata all’improvviso fuori dal cilindro, non è stata condivisa con i primi attori del territorio, ossia con gli otto Sindaci della costa? Come mai non si è portata la discussione all’interno degli otto Consigli comunali al fine di decidere democraticamente se essere favorevoli o meno sul Parco? Voglio ricordare e ribadire che i Sindaci, gli unici tutori del proprio territorio, non possono essere esclusi da un progetto di concertazione poiché il passo successivo alla perimetrazione, ossia la zonizzazione, deve tenere conto di tutte le realtà locali. Così come non si possono tenere esclusi coloro che fanno economia del territorio e sul territorio. Infatti non ci si è confrontati con i veri portatori di interessi quali agricoltori, commercianti, industriali, artigiani, balneatori, albergatori ma solo con una parte di associazioni ambientaliste. Inoltre mi chiedo, si è tenuto conto del nuovo Piano demaniale marittimo? Queste sono domande legittime che ancora oggi non trovano alcuna risposta creando solo forti perplessità sul lavoro svolto. Altro aspetto che desta altri dubbi è la completa assenza di dialogo con la stessa Regione Abruzzo visto che non risulta nessun atto ufficiale di lavoro in nessuna delle Direzioni interessate quali Turismo, Ambiente, Caccia e Politiche agricole e tanto meno in Consiglio regionale unica assise regionale preposta a legiferare in merito”.
“Ritengo che sia veramente paradossale – prosegue Febbo – la modalità di concertazione con cui è stata portata avanti la costituzione di questa perimetrazione del Parco della Costa Teatina. Il sottoscritto per primo, e più volte, aveva sottoposto a tutti i Sindaci, alle Organizzazioni professionali e alle Associazioni sia le problematiche sia le eventuali modifiche da apportare sui propri territori ricadenti nell’area Parco. La costituzione del Parco non può assolutamente prescindere dalla antropizzazione e dalle attività esistenti e quindi dovrebbe sviluppare un unico progetto compatibile e sostenibile con la nostra costa. Gli stessi sindaci della costa teatina in questi mesi hanno solo sentito parlare di perimentrazione e solo due giorni fa hanno ricevuto dal Commissario, affiancato dall’onnipresente D’Alfonso, la proposta definitiva presentata alla Presidenza del Consiglio mentre sulla zonizzazione, altro aspetto fondante e fondamentale per le regole all’interno del Parco, è tutto da scrivere ancora”.
“Pertanto – conclude il consigliere regionale Mauro Febbo – il commissario De Dominicis, che fino ad oggi ha escluso una parte essenziale e corposa del territorio, torni a coinvolgere tutti i portatori di interesse ed in primis i sindaci al fine di redigere regole certe e concordate altrimenti porterà a casa solo un mini parco che non ha nessun senso, istituito tanto per dire “lo abbiamo fatto”.