Pescara. Intenso dibattito sulla riforma della scuola del ministro Gelmini questo pomeriggio nella sala conferenze del museo d’arte moderna Vittoria Colonna. L’incontro, organizzato da Rifondazione Comunista e Giovani comuniste/i, ha visto protagonisti proprio gli studenti, “informati e arrabbiati, giovani che non si intimoriscono davanti ad adulti dalle alte cariche politiche e che hanno voglia di farsi sentire e di salvare la loro scuola”.
Ha aperto il dibattito Grazia D’Ottavio, responsabile scuola PRC-SE federazione di Pescara, introducendo il concetto base che caratterizza questa mobilitazione giovanile: “La scuola e l’università non si toccano, sono strutture che sicuramente bisognano di tante cose ma in assoluto non della manomissione”.
Subito dopo sono stati trasmessi i primi 20 minuti della puntata della trasmissione “Presa Diretta” intitolata “La scuola fallita” che mostrava globalmente la situazione di precariato provocata dall’attuazione della riforma Gelmini, spiegando non solo la legge ma facendone soprattutto vedere le conseguenze. A seguire l’intervento di Luca Rossi, presidente della consulta provinciale degli studenti di Pescara, che ha riassunto le tappe fondamentali dell’azione studentesca in merito alla riforma Gelmini e la proroga ottenuta, “Siamo riusciti a ad ottenere il rinvio di un anno per il ridimensionamento scolastico ma ora non dobbiamo mollare, dobbiamo continuare la nostra azione e non abbandonare”. Rossi ha ringraziato la CGIL e il PRC per averli sostenuti in questa vera e propria lotta senza mai ostentare il colore del partito.
Emilia Di Nicola, segretaria provinciale FLC-CGIL Pescara, ha iniziato il suo intervento con una citazione di Piero Calamandrei di un discorso sulla scuola del 1950, una citazione profetica che rimanda alla situazione odierna di disfacimento della scuola pubblica. Di Nicola ha fornito alcuni numeri di questo disfacimento come il 133, il numero della legge che prevede i tagli per la scuola pubblica o 25.600, i posti di lavoro non assegnati quest’anno. A seguire l’intervento di Vito Meloni, del dipartimento nazionale scuola PRC-SE, che ha introdotto un argomento pesante che a suo dire è una delle conseguenze intrinseche della riforma Gelmini: la costituzione di una scuola classista, che scinde le varie classi sociali, una riforma insomma che prevede i licei per i ricchi e gli istituti professionali per i poveri.
Giulia Candeloro, portavoce Giovani Comuniste/i di Pescara, ha chiuso il dibattito riprendendo il concetto espresso da Meloni di impegnarsi per creare momenti di consapevolezza, stimolare la partecipazione dei cittadini, “Dobbiamo iniziare una campagna di studio nelle scuole per far comprendere a tutti la riforma Gelimini, una campagna a cui partecipino tutti, dai precari agli studenti, dagli insegnanti ai genitori, perché dobbiamo essere in grado di rispondere, noi siamo parte attiva della scuola, dobbiamo pretendere di collaborare alla stesura del piano di riordino”.
I ragazzi insomma non abbandoneranno la Lotta e il prossimo passo sarà ottenere il tavolo tecnico permanente sulla situazione delle scuole pescaresi, come avevano già precedentemente chiesto.