Chieti. “In merito alla questione relativa all’accorpamento tra le camere di commercio di Chieti e di Pescara è necessario precisare gli aspetti strettamente normativi alla base del processo di accorpamento”.
Si legge così in una nota della Camera di Commercio di Chieti.
“Tra i passaggi chiave del testo del disegno di legge sulla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche – prosegue la nota – approvato dal Senato lo scorso 30 aprile, è prevista la razionalizzazione delle Camere di Commercio con una decisa riduzione del loro numero da operare attraverso accorpamenti che prevedono un minimo di 80 mila imprese iscritte per ogni sede, con una riduzione del numero dalle attuali 105 a non più di 60, salvaguardando la presenza di almeno una Camera di Commercio in ogni regione e tenendo conto delle specificità geo-economiche dei territori e con la ridefinizione di compiti e funzioni. La Camera di Commercio di Chieti, al 31/12/2014, ha 53.544 sedi di imprese registrate e quindi ha l’obbligo di procedere all’accorpamento con un’altra camera di commercio nel rispetto di precisi criteri, come l’affinità/complementarietà geo-economica, il rispetto della contiguità territoriale, il richiamo alla dimensione identitaria, culturale e storico-geografica dei territori che potrebbe ulteriormente rafforzare le motivazioni che sorreggono gli accorpamenti ed infine il rispetto dei principi di sostenibilità economica alla luce della riduzione del diritto annuo”.
“Su quest’ultimo punto – conclude la nota – va rimarcato che il processo di riforma delle camere di commercio, che dovrà essere attuato entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge delega, riconferma, inoltre il taglio del diritto annuale – dovuto dalle imprese alle Camere di Commercio – del 35% per l’anno 2015, del 40% per il 2016 e del 50% per il 2017. L’evoluzione normativa, quindi, inerente il riordino del sistema camerale è ormai pienamente in atto e trova incardinamento nel disegno di Legge delega sopra richiamata”.